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  • Mancini, il manager vale più del tecnico

    Mancini, il manager vale più del tecnico

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    Deludente, messa male in campo ed estremamente arrendevole. L’Inter scesa in campo alla Wolkswagen Arena nell’andata degli ottavi di finale di Europa League contro il Wolfsburg è tutta racchiusa in questi semplici concetti. Un’Inter figlia di scelte tattiche, ma soprattutto tecniche sbagliate da un allenatore, Roberto Mancini, che ha preferito anteporre scelte “di spogliatoio” a decisioni più logiche.

    PIU’ MANAGER CHE ALLENATORE - Fin dai primi giorni della rivoluzione di novembre, quando Erick Thohir decise di esonerare Walter Mazzarri per richiamare all’Inter Mancini, è stato chiaro come fosse solo e soltanto il tecnico jesino il perno centrale ed accentratore attorno a cui si sarebbe costituita l’Inter del futuro. Una scelta sensata che ha portato un cambiamento radicale nel modo di vivere la quotidianità ad Appiano Gentile. Ma va sottolineato, alla luce dei risultati, come il Mancini manager, finora, stia surclassando il Mancini allenatore.

    L’APPEAL INTERNAZIONALE – Shaqiri, Brozovic, Santon, il recupero di Guarin. Il Mancini manager ha saputo imporre la propria volontà con forza su squadra e dirigenti, mettendo in piedi, anche grazie alla sua opera di convincimento e il suo appeal internazionale, una formazione competitiva ai massimi livelli che, senza la partenza ad handicap firmata Mazzarri ora potrebbe competere per posizioni più nobili della classifica. E lo stesso appeal si sta già riflettendo anche sulla prossima stagione con Murillo, Toulalan e Jovetic prossimi a dire sì al progetto nerazzurro.

    ERRORI TECNICI – Chi sta invece deludendo, purtroppo, è il Mancini allenatore. Sì perché sebbene il recupero (soprattutto mentale) di Guarin abbia dato una scossa al centrocampo interista, Mancini in quattro mesi di lavoro non è ancora riuscito a sistemare una fase difensiva che continua a concedere palle gol banali ai propri avversari. Spesso l'allenatore nerazzurro si rivela incapace di ottime letture a partita in corso, fossilizzandosi su scelte iniziali sbagliate che regalano agli avversari il dominio territoriale. E’ successo contro il Napoli, è successo nella gara precedente anche contro la Fiorentina così come contro Sassuo. Una rosa abbondante, si dice, non è un problema per gli allenatori, ma si sta rivelando il contrario per Mancini che nella naturale alternanza dei doppi giocatori per ruolo, non dà continuità a giocatori bisognosi di maggiore costanza.

    ERRORI DI COPPA - La scelta di giocare la partita più importante della stagione, inoltre, con il portiere di riserva si è rivelata disastrosa, così come il cambio di modulo in corsa, con l’ingresso di Vidic e il passaggio al 3-4-3, che ha sbilanciato un’Inter estremamente fragile e difensivamente già provata. Errori semplici, che costeranno verosimilmente all’Inter la qualificazione alla prossima Champions League. E costringeranno il Mancini manager a nuovi salti mortali per ricostruire nuovamente una formazione competitiva, possibilmente fin dal primo giorno della prossima stagione.

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