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  • Mancini, il grande sconfitto dell'estate

    Mancini, il grande sconfitto dell'estate

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    Dopo aver vinto con Antonio Conte la battaglia d'inverno sul ghiaccio, il fango e la neve di Istanbul, Roberto Mancini ha perso la guerra estiva. E' lui, il 49enne tecnico jesino, il grande sconfitto dell'estate 2014. Liberatosi dal Galatasaray con ambizioni più importanti (la Nazionale o un grande club), il Mancio è rimasto a bocca asciutta, vedendo via via svanire, nel corso delle ultime settimane, tutti i suoi obiettivi. 

    NIENTE JUVENTUS - Era fra i candidati per la panchina della Juventus, Mancini, nelle prime ore che fecero seguito all'improvviso divorzio fra i bianconeri e Conte. Ma la speranza dell'ex tecnico di Inter e Manchester City di sedersi sulla panchina della squadra per la quale tifava da bambino durò lo spazio di qualche ora, prima di essere bruciato da Massimiliano Allegri.

    E SOPRATTUTTO NIENTE NAZIONALE - Ma era la panchina dell'Italia il vero grande obiettivo dell'ex numero 10 della Sampdoria, per imporsi da tecnico là dove da giocatore non aveva mai avuto fortuna. Durante l'estate, Mancini si è esposto in più occasioni, candidandosi apertamente. Ricordiamo, fra le tante, le dichiarazioni dell'8 luglio: "L’Italia per me sarebbe un onore, nessuno mi ha chiamato ma sarei orgoglioso", e del 31 luglio: "Andrei di corsa in Nazionale". 

    Una speranza coltivata a lungo, fino all'elezione di Carlo Tavecchio alla presidenza della Figc, una notizia che per l'ex allenatore di Fiorentina e Lazio aveva già il sapore della sconfitta, visti i pessimi rapporti con il grande elettore di Tavecchio, Claudio Lotito. Il resto, è storia delle ultime ore, la storia di una telefonata che raggiunge Conte e non Mancini, il grande sconfitto dell'estate 2014. 

     

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