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  • Inter, la mano di Mancini sul mercato

    Inter, la mano di Mancini sul mercato

    • Niccolò Battaglino
    Il mercato invernale dell'Inter ha avuto l'effetto di risvegliare quell'entusiasmo che ormai mancava da mesi in casa nerazzurra: giocatori di fama internazionale attirati da un progetto interessante e obiettivi di classifica ambiziosi (il terzo posto che vale la Champions League) nonostante una concorrenza agguerrita. Per ottenere tutto questo, alla società di Erick Thohir è bastata una semplice firma, arrivata il 14 novembre 2014, quella che ha permesso a Roberto Mancini di sedersi nuovamente sulla panchina che lo ha lanciato nel calcio che conta. E la Milano rossonera ? Per il momento resta ferma a guardare.

    ESTATE DISASTROSA - Basta paragonare il mercato nerazzurro estivo, avallato da Walter Mazzarri, con quello attuale per capire che qualcosa nella gestione del progetto sia cambiato radicalmente: M'Vila e Osvaldo sicuri partenti, Vidic e Dodò spariti dai radar e la mezza delusione rappresentata da Medel. Ci è voluto un Roberto Mancini in veste di manager inglese con pieno potere sui trasferimenti a far cambiare aria in società: fuori i giocatori non funzionali alla sua idea di calcio e dentro Podolski, Shaqiri e Brozovic. Tre acquisti pesanti, per caratura internazionale e rendimento, con una particolare sottolineatura per l'ex Bayern Monaco e il centrocampista croato, due giocatori ambiti in tutta Europa e pronti ad esplodere definitivamente.

    E IL MILAN? - Situazione opposta è quella che si sta verificando dall'altra sponda di Milano, dove le sensazioni che emergono sono confuse e prive di programmazione. Una squadra assemblata con poco senso logico, non in grado di raggiungere obiettivi prefissati e messa in mano a un allenatore che si sta rivelando impreparato per questa dimensione. I tifosi in estate speravano in un nome di maggior respiro internazionale dopo l'addio di Seedorf: Luciano Spalletti poteva rispecchiare quell'idea per dare un nuovo smalto alla squadra e guardare al domani con maggiore speranza e ambizione. Era ed è decisamente improbabile che un tecnico come Inzaghi, inesperto e privo di quell'autorevolezza che solo il campo e i risultati posso darti, potesse e possa pretendere di più in sede di campagna acquisti. Gli ingaggi di Cerci e Suso sono più punti interrogativi che reali e immediati rinforzi, la continua ricerca di un'affare sul mercato sta spostando l'attenzione sul vero problema di questa squadra, ovvero una sostanziale mancanza di organizzazione. Per rispondere al mercato interista non basterà l'ennesimo colpo a parametro zero, ma un cambio radicale della gestione della squadra e del club.

     

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