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  • Mancini-Thohir, è rottura: ora ci pensa Zhang. Ecco cosa filtra dall'incontro

    Mancini-Thohir, è rottura: ora ci pensa Zhang. Ecco cosa filtra dall'incontro

    • Pasquale Guarro
    Un primo incontro per iniziare a mettere tutte le carte sul tavolo. Finalmente Mancini ha ottenuto ciò che chiedeva da tempo, finalmente qualcuno ha ascoltato i suoi sfoghi. Perché il tecnico jesino non è privo di colpe, ma questa volta di sicuro non annega tra i torti, anzi. Dopo l’insediamento della nuova società, l’ex City è stato isolato in una camera a tenuta stagna, confinato in una terra di mezzo che lo avrebbe delegittimato con il trascorrere delle ore. 

    DIVERSE VEDUTE - Mancini non è annoverabile in quella lista di tecnici che subiscono e accettano le scelte della società. Non è mai stato quel tipo di allenatore. Lo sapeva bene Thohir, fin dal primo giorno in cui ha ascoltato il consiglio di Moratti e offerto a lui di traghettare l’Inter in Champions. L’obiettivo è sfumato per due volte, ma da parte della società non c’è mai stata un’ammissione di colpe di fronte ai tifosi: per Erick Thohir, la squadra consegnata nelle mani di Mancini era da primi tre posti. Tutt’altro per l’allenatore, che invece ha difeso il proprio operato in più occasioni: “Napoli, Juve e Roma sono più forti e l’anno prossimo partiremo ancora dietro di loro”. Uno schiaffo in faccia alla dirigenza, che forse da tempo promette più di quanto possa offrire, barcamenandosi tra una motivazione e l’altra. Ma la verità è che di campioni se ne sono visti pochi a Milano e ormai se ne sono accorti tutti. 

    STOP AL LENTO LOGORIO - Le parole di Mancini hanno aperto una ferita che nel tempo è divenuta quasi insanabile. Un rapporto conflittuale, quello tra Mancini e Thohir, che rischiava lentamente di logorare l’Inter. Dopo aver sopportato malvolentieri gli sfoghi del tecnico durante la propria gestione, il presidente indonesiano non ha certamente stilato relazioni da dieci e lode da consegnare nelle mani di Suning. Per questo motivo la posizione di Mancini è rimasta a lungo in una sorta di limbo: il tecnico, secondo alcuni, avrebbe dovuto accettare di rimanere in scadenza, non influire sul mercato e, come se non fosse già abbastanza, non poter parlare, se non attraverso Thohir, con la nuova proprietà. Impossibile. 

    INTERVIENE ZHANG -  Da qui i mal di pancia del tecnico, che forte di un contratto molto oneroso ha voluto mettere tutti spalle al muro e far valere i propri diritti. Gli sfoghi di Mancini hanno fatto rumore, sono giunti alla nuova proprietà, che finalmente ha aperto le porte ad un incontro chiarificatore. Steven Zhang ha appurato che il clima non è sereno e secondo quanto filtra, ha deciso di agire personalmente. Da ieri sarà lui a gestire la situazione relativa a Roberto Mancini e non più Thohir, che invece potrebbe lasciare l’Inter prima di quanto si possa immaginare. Il dialogo di ieri ha leggermente rasserenato Mancini, non del tutto. Per quello serviranno altri incontri. Pare che da parte di Suning possa anche esserci un’apertura per il rinnovo del contratto di un ulteriore anno, ma il principale problema di Mancini non è mai stato quello: il tecnico avvertiva l’esigenza di essere considerato e da ieri - Zhang - ha iniziato a farlo sentire nuovamente parte del progetto. Seguiranno sviluppi.

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