Maradona e l'Italia, vent'anni dopo: la grande pace
Sabato 3 luglio, giorno in cui a Sudafrica 2010 andrà in scena il quarto di finale fra Argentina e Germania, saranno passati esattamente vent'anni da quell'Italia-Argentina, semifinale di Italia 90, che spezzò il sogno azzurro di vincere il Mondiale in casa. Il gol di Caniggia (che pareggiò la rete di Schillaci) e i calci di rigore fermarono il cammino della Nazionale targata Vicini, ponendo fine alle notti magiche.
Pochi giorni dopo, la Seleccion di Diego Armando Maradona avrebbe giocato all'Olimpico di Roma la finale (persa) con i tedeschi di Lothar Matthaeus: l'inno argentino fischiato e gli insulti del capitano argentino ai tifosi italiani, schierati a fianco della Germania per vendicare l'eliminazione subita contro gli argentini al San Paolo, sancirono la rottura del feeling fra l'Italia (Napoli a parte) e Maradona, che dopo un anno avrebbe lasciato il nostro paese fra le polemiche (doping ed evasione fiscale, una vicenda che si trascina ancora oggi).
Vent'anni dopo, va in onda la grande pace fra l'Italia e Maradona: gli azzurri sono già a casa e gli italiani hanno adottato l'Albiceleste del Ct Dieguito come nazionale preferita. Maradona, senza dubbio, è la stella di questo Mondiale, ancora più del suo delfino Messi: a bordo campo, con quell'abito onestamente improponibile (da sposo, come lo ha definito qualcuno), El Diez dà spettacolo, con gli sguardi, con le esultanze e con alcuni tocchi felpati con i quali passa il pallone, di volta in volta, ai suoi giocatori o agli avversari. E scoppia (o ri-scoppia) l'amore con i tifosi italiani neutrali, mentre i napoletani sognano sentendogli dire che un giorno gli piacerebbe allenare al San Paolo.
Un'inchiesta di Blogmeter e le interviste ai tifosi italiani effettuate da giornali e televisioni confermano: l'Italia è con Maradona.
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