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  • Toro, l'ex Marazzina a CM: 'Capisco Bianchi, non c'è riconoscenza'

    Toro, l'ex Marazzina a CM: 'Capisco Bianchi, non c'è riconoscenza'

    • Andrea Scappazzoni

    Domenica c'è Chievo-Torino, una partita che per la classifica dirà poco o nulla, ma che a Massimo Marazzina evoca ricordi particolari. L'ex attaccante, 47 gol nella formazione veronese e 16 in quella granata, racconta le sue avventure in questi due club - in esclusiva per Calciomercato.com -, parlando anche dell'attualità e del caso-Bianchi, senza nascondere le proprie intenzioni e ambizioni per il futuro.

    Domenica si affrontano due squadre che lei ha avuto modo di conoscere molto bene...
    'Si è trattato di due esperienze non positive, ma molto di più. Il Chievo è stato il mio inizio: la gente mi ha conosciuto ed è stato tutto molto bello. Lì c'era l'ambiente ideale per lavorare ed ho ricevuto un contributo determinante per giocare a certi livelli’.

    E a Torino come è andata?

    'Pensate che non volevo andarci, e se non fosse stato per mia moglie non potrei raccontarvi di questa annata che ricordo come una delle migliori della mia vita e della carriera. E' stata lei a convincermi, dicendomi che in granata sarei risorto: ci ha azzeccato. Posso dire, davvero, come sia stato il posto in cui mi sono trovato meglio a giocare'.

    Che ricordi ha di quel periodo?
    'Beh, penso a come mi abbiano indottrinato subito sul Grande Torino e sulla Tragedia di Superga, la storia del Toro: sono cose che, se non le vivi, non le comprendi. Anche io pensavo subito che non fosse nulla di particolare, ma poi vai lassù, vedi la gente, l'atmosfera e capisci'.

    L'avventura in granata si è conclusa però con un fallimento: non il suo, ma della società.

    'Non vi nascondo che, una volta appresa la notizia, ho versato molte lacrime. Torino è una piazza particolare, è vero, ma in positivo: eravamo in Serie B in quella stagione (2004-05, ndr), eppure in tutta Italia trovavamo tifosi granata e in città si respirava un clima di positività contagiosa. E poi meno male che quel campionato l'abbiamo vinto, altrimenti il Toro sarebbe stato costretto a ripartire dalla Serie C'.

    Tornando ad oggi, invece: secondo lei il Torino ha deluso in questa stagione?
    'Io dico solo che sia un peccato vedere i granata così, perché meriterebbero il quinto o sesto posto almeno, con tutto quello che significa il Toro'.

    I tifosi la pensano come lei, vista la contestazione di mercoledì in Torino-Genoa, per uno 0-0 praticamente 'scritto'.

    ‘Eppure in questo caso penso che qualche calcolo occorra farlo, purtroppo. In più il Palermo ha dato una grossa mano alle due squadre, perdendo inaspettatamente, secondo me, contro l'Udinese: mi sarei giocato la casa sulla vittoria dei rosanero, ma è chiaro che sia andata meglio così anche a me (sorride, ndr)'.

    A questo punto domenica in Chievo-Torino cosa dobbiamo aspettarci?
    'Considerando che entrambe hanno raggiunto i loro obiettivi, mi auguro che sia una partita nella quale i portieri saranno dispiaciuti di scendere in campo: spero si possano vedere infatti tanti gol e due squadre che se la giocano a viso aperto, senza inutili tatticismi'.

    Ha seguito il campionato del Chievo?

    ‘Eccome. Penso sia stata una buona stagione per loro, anche perché hanno dovuto fare a meno di giocatori importanti come Paloschi, mentre Pellissier si è ripreso da poco. Nonostante tutto, quindi, il Chievo ha fatto il proprio dovere, e bisogna rendere merito a Corini per questo'.

    Ogni anno il Chievo parte a fari spenti, poi centra sempre il proprio obiettivo, massimo o minimo che sia. Come mai?
    'Perché mettono a punto sempre delle campagne acquisti mirate, accontentando quasi sempre l'allenatore. E poi lo scarso seguito di tifosi per certi versi aiuta la società, perché non ha pressioni a cui fare fronte'.

    Da ex attaccante, come giudica invece il caso-Bianchi in casa Torino? E' sorpreso?

    'No, affatto. Per esperienza personale so che nel calcio non esiste riconoscenza: a Bologna abbiamo vinto un campionato anche grazie ai miei gol, eppure da un giorno all'altro mi sono ritrovato ad essere un giocatore non più gradito. Io ora non so quali problemi possano esserci tra Bianchi e la società o l'allenatore, ma la cosa non mi sorprende, anche se è sotto gli occhi di tutti quanto fatto da Rolando con la maglia granata'.

    Concludiamo parlando di lei e del suo futuro: cosa farà Marazzina 'da grande'?
    'Di certo non l'allenatore (ride, ndr). Per ora mi godo la mia famiglia e le mie due gemelline, nate un anno fa. Gioco a calcio a 8 con gli amici e da poco sono tornato dalla Russia, dove abbiamo preso parte a un torneo'.

    Ma in che ruolo si vede, nel calcio, tra qualche anno?

    'Mi piacerebbe fare l'osservatore. Ho girato il mondo e non mi sono mai perso. Poi qualche parola d'inglese la so ancora. Col Torino ne avevo parlato con Cairo e Comi, qualche tempo fa, ma alla fine non se ne fece nulla: un peccato, perché sarei tornato molto volentieri. Stavolta per restare'.


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