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Marino per CM: 'Ecco il futuro di Pirlo'

Marino per CM: 'Ecco il futuro di Pirlo'

Uno degli intrighi di mercato che mi incuriosisce molto in questi giorni, è quello che riguarda il possibile ritorno di Pirlo nella Serie A. Quando un amatissimo top player come lui, dopo 21 anni dal precocissimo debutto bresciano, da talentuoso trequartista, decide di lasciare la massima serie italiana, non per smettere, ma per emigrare in America, tutti si sentono come feriti al cuore.
 
Possibile che una star, ammirata ed applaudita, quasi fosse un idolo di casa, in tutti gli stadi più prestigiosi d’Italia e perfino al Bernabeu e al Camp Nou, debba emigrare negli Stati Uniti, come un meridionale del dopoguerra? Può essere una durevole motivazione la sua dichiarata ricerca di sollievo allo stress dell’Italian Soccer? Questi sono i due affannosi quesiti, che si pongono i tantissimi inconsolabili nostalgici di Pirlo, che si sentono, un po’, come amanti traditi.
 
Quei tocchi felpati da cui scaturivano magici lanci dai giri contati, quei giochi di prestigio con cui usciva, palla al piede, da un nugolo di avversari straniti e quei calci di punizione che sembravano incollare la sfera al sette, mancano a tutti. Forse le sue “maledette”, in un irrefrenabile slancio di masochismo, mancano, finanche, ai tanti portieri beffati e lasciati a cercare farfalle. Logico, quindi, che da giorni si parli di lui, quasi per “ricalamitarlo” in Italia e non sentirsi più orfani di quella montagna di deliziosa tecnicalità calcistica, di cui Pirlo è ispirato portatore.
 
Di un possibile ritorno in Italia, in particolare all’Inter, si scrive e si parla già da due settimane. Logico che per Mancini, anche una quindicina di partite, con l’orchestra interista sapientemente diretta da un impareggiabile maestro come Andrea, rappresenterebbero la manna piovuta dal cielo, nella complicata, ma, oramai già innescata, peregrinazione verso lo Scudetto. L’altissima tecnica di Pirlo, sarebbe l’ingrediente ideale per un centrocampo, come quello ambrosiano, che manca solo di qualità nei suoi tanti fisici interditori o metronomi.

Di Pirlo all’Inter se ne è parlato così tanto, da spingere Beppe Marotta, con un comprensibile impeto, quasi a voler rassicurare anche se stesso, a dichiarare perentoriamente alla stampa: “Pirlo non torna in Italia”. Anche a me piacerebbe poter rivedere quel “Piccolo Giotto” di Andrea di nuovo in Italia, ma, temo che il manager bianconero abbia ragione, quando profetizza il futuro di Pirlo ancora in MLS, scartando l’Italia, ma anche la Turchia. Una scelta, quest’ultima, che risulterebbe davvero incomprensibile. D’altra parte, la prescrizione, somigliante ad un diktat, di ritorno in Italia, da parte del CT azzurro Conte, sembra lasciar presagire una scelta già fatta, comunque giusta e comprensibile, a favore della gioventù di Verratti. Altrimenti perché intervenire a porre dei limiti alla convocazione solo per Pirlo?

La mia sensazione è che i nostalgici del regista bresciano (per la precisione di Flero in provincia) debbano rassegnarsi alla scelta di “American Life” da parte di Andrea. Cerchiamo di intuirne i quattro possibili e principali motivi:
  1. Pirlo, anche a detta del suo entourage, si trova magnificamente negli Stati Uniti ed è felice della coraggiosa scelta fatta la scorsa estate;
  2. Andrea non ha fatto vacanze quest’estate e con la stagione della MLS già conclusa per i suoi New York City FC, ha scelto per ora di fermarsi per non sottoporre il suo fisico (non più da ragazzino) ad un eccesivo logorio che potrebbe essere foriero di futuri malaugurati infortuni;
  3. Il suo ritiro precampionato in America comincerà il 22 Gennaio, un tempo giusto per una calibrata e meritata vacanza;
  4. La MLS comincerà a marzo e, se Conte dovesse ripensarci, lui si presenterà in piena forma e meno affaticato degli altri convocati agli Europei, che saranno provati da una intera stagione sportiva.
Comunque, con onesto realismo, ricordo sempre, a me ed a chi mi onora della sua graditissima lettura, che le vie del calcio sono infinite e quelle del calciomercato sono addirittura “infinitamente infinite”, ne riparleremo a fine Gennaio.


Pierpaolo Marino

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