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  • Mertens e Insigne, uno lo specchio dell'altro. Ma possono giocare insieme

    Mertens e Insigne, uno lo specchio dell'altro. Ma possono giocare insieme

    • Angelo Taglieri
    Come guardarsi allo specchio. Quante volte lo hanno provato, Lorenzo Insigne e Dries Mertens? Uno alter ego dell'altro, uno l'alternativa all'altro. Poche volte insieme, come se  la sopravvivenza calcistica dello scugnizzo dipendesse dalla panchina del folletto belga; come se l'ex PSV Eindhoven rendesse maggiormente con l'ex Pescara a guardarlo fuori dal campo. Provato, non pensato. Già, perché loro due sanno di poter giocare insieme, sanno che uno può fare la fortuna dell'altro. 

    10 presenze, 3 gol e 3 assist in Serie A per Mertens; 10 presenze, 0 gol e 5 assist per Insigne. 816 minuti per il belga, 863 per il talento di Frattamaggiore. Minutaggio quasi alla pari in Italia. Poi, come in uno specchio, al momento delle sostituzioni sempre la stessa storia: uno che esce, imbronciato, uno che entra, rabbioso. E quando qualcuno segna, ecco lo sguardo di sfida, verso la panchina. 

    Ora, senza Milik e con un Gabbiadini che fatica, Sarri gli sta trovando spazio insieme, come se lo specchio si fosse di colpo deformato e il campo stia rivelando un nuovo Napoli. Uno con l'altro e non l'uno o l'altro: Insigne, il più in difficoltà dei due, sta giovando dei movimenti del compagno, sempre pronto e reattivo, utilizzato da falso nueve, ritrovando le antiche certezze e quegli assist che gli hanno fatto guadagnare la chiamata di Conte all'ultimo Europeo. Assist a Callejon con la Juve, un'altro pallone poi non sfruttato dallo stesso spagnolo col Besiktas. 

    In campo, insieme, possono starci, lo hanno dimostrato. Ognuno con le sue caratteristiche, ognuno con la sua identità. Non come ad Halloween, quando anche lo stesso Mertens si è confuso...

    Mertens e Insigne, uno lo specchio dell'altro. Ma possono giocare insieme

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