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  • Messi e CR7 a maglie invertite

    Messi e CR7 a maglie invertite

    • Matteo Quaglini
    Oggi è il giorno del Clasico. Barcellona contro Real Madrid. Mentalità catalana d’espansione opposta a centralismo castigliano. Cristiano Ronaldo contro Messi, nel duello eterno. Suggestivo sarà vedere gli uno-due rapidi che Benzema e Messi tenteranno per tagliare fuori la difesa barcellonista e come lo stadio sul ribaltamento di fronte vibrerà quando Cristiano Ronaldo farà volare, mulinando le gambe con rapidità imperiosa e ritrovata, la sua scintillante maglia alzul-grana alla ricerca dell'ennesima vittoria sul madridismo. 

    Alt, un momento, cos’è un sogno? Il nostro caro lettore ci perdonerà se rispondiamo che si tratta di un tentativo d’iperbole del gioco. Ci perdonerà perché l’intenzione non è fare accademia, ma raccontare una suggestione tecnica e storica: il duello Messi-Ronaldo a maglie invertite. La 10 del Real Madrid per il fuoriclasse argentino, la numero 7 del Barça per il fenomenale asso portoghese. 

    Da questa immagine che rovescia la realtà verso la suggestione, c’è una doppia domanda: Messi, sarebbe Messi anche nel Real? E Cristiano impererebbe anche a Barcellona? Facciamolo questo viaggio da surrealisti alla Dalì per cercare risposte partendo dalla realtà dei fatti tecnici di questo grande duello tra mostri sacri. Da prima il numero di maglia che è identità. Cristiano e Messi manterrebbero gli originali, ma in qualche senso il 7 di Cristiano risplenderebbe di luce propria rispetto al 10 di Messi nel Madrid. Il portoghese continuerebbe per via della sua personalità diretta, la mitologia della maglia dell’ala destra che ha appreso a Manchester (Best, Cantona, Beckham) mentre l’argentino non avrebbe la magia del numero dalla sua in una piazza dove perfino Zidane vi rinunciò e altri (Hugo Sanchez e Butragueño) hanno costruito il loro mito su numeri da 'delantera' e non da calcio totale. E’ una questione di fluidi, di atmosfere e di contesti. 

    Gli stessi contesti che aprono al tifo. La filosofia di Cristiano è l’individualismo quella di Messi è la partecipazione con i compagni, lui cerca il gioco. Ronaldo invece ha un solo obiettivo: finalizzare. Questo incide sul rapporto col tifo, a Madrid hanno qualche volta fischiato Cr7 a Barcellona invece hanno sempre coccolato il divino di Rosario. Però se li rovesciamo c’è un fatto importante: Ronaldo proprio perché ha sempre risposto ai fischi saprebbe giocare impetuoso anche con un pubblico che lo stimerebbe sì, ma non lo amerebbe. Il grande Lionel senza l’amore catalano e adottivo, nella Madrid gotica dei re di Spagna soffrirebbe. E’ un dato a dircelo: l’amore freddo dei tifosi dell’Argentina espresso nel continuo paragone con Maradona, lui Diego amato e venerato. 

    Se il tifo è lì per indurre al gioco, la domanda è: il loro gioco a maglie invertite sarebbe lo stesso o diverso? E quale il rapporto tecnico con i compagni? Individualisti contro collettivisti. Verticali contro filosofici. Su questi tratti Ronaldo costruirebbe la sua differenza tecnica fatta di verticalità. Il portoghese attaccherebbe la porta spinto dalla grandezza del Camp Nou e dalle urla del pubblico che pur non amandolo, lo eleggerebbe simbolo della squadra perché portatore del nuovo nel luogo dove impera il possesso della palla. Immaginiamo Busquets dare la palla a Ronaldo sulla sinistra e mentre lui parte, si muovono all’unisono in verticale anche Neymar e Suarez in un momento di gloria per il portoghese che dentro una giocata profonda, diventa un nuovo Cruijff del ’74 o dell’88: portatore di un’idea altra nel Barcellona del decennio d’oro. 

    Il Real Madrid dell’individualismo storico, delle correnti, della famosa gerarchia: Madridismo, giocatori, presidente, allenatore non sarebbe il posto per la mirabilia immaginifica di Messi. Lì solo senza i suoi triangoli, i fraseggi, il gioco ruminato per innescarlo si sentirebbe dentro una squadra di assaltatori e non di universali, dentro una squadra di James Bond e non di artisti. E soffrirebbe a vedere da lontano, Ronaldo che doma i dioscuri del catalanismo.

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