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  • Milan alla finestra per Kakà, Allegri in Guardiola

    Milan alla finestra per Kakà, Allegri in Guardiola

    Niente rescissione, Milan in attesa.
    Il Real Madrid blocca Kakà: chiede 25 milioni.
    Al momento lo stop è arrivato. Se sia definitivo lo si scoprirà soltanto nei prossimi giorni. Sta di fatto però che il Real Madrid ha fissato un prezzo per il cartellino di Kakà: 25 milioni di euro, non un centesimo di meno. Insomma, non ci sarebbero margini per una rescissione del contratto che lega il brasiliano alle 'Merengues' fino all'estate 2015. Difficile anche la strada del prestito, anche perché in caso di rientro in Spagna non ci sarebbero più le agevolazioni fiscali sull'ingaggio dell'ex rossonero, che già percepisce oltre 10 milioni di euro netti a stagione.

    BRACCIO DI FERRO - All'apparenza, Kakà sembra di fatto prigioniero del Real: ecco perché non sono da escludere novità e aggiornamenti sulla sua situazione. Tanto più che, in concomitanza con il raduno della squadra Blanca, ci sarà anche il primo confronto diretto con Mourinho. Non sono da escludere scintille tra i due e il tutto potrebbe sfociare in un vero e proprio braccio di ferro dall'esito tutt'altro che scontato. Al momento, comunque, il Milan osserva in disparte. Attende che sia Kakà a liberarsi e poi, se ci saranno i margini per riportarlo a Milanello, interverrà. Con una campagna abbonamenti che procede al rallentatore, il ritorno del brasiliano sarebbe l'ideale per restituire entusiasmo ai tifosi. I tempi, però, non sembrano ancora maturi.

    Xabi Alonso chiodo fisso, poi Dossena.
    Al netto di eventuali cessioni, per completare l'organico il Milan è alla caccia di un centrocampista adatto a giocare davanti alla difesa. Il sogno è Xabi Alonso, ma non sarà facile strapparlo al Real Madrid (Mourinho vuole a tutti i costi Modric). L'alternativa più calda continua a essere Lassana Diarra, occorre però che il francese riduca l'ingaggio (un anno di contratto col Real ma a 4,5 milioni). Sullo sfondo restano le ipotesi De Jong e Tymoschuk. Intanto, con Mesbah che interessa il Torino e Taiwo che, pur rientrato dal prestito al Queen's Park Rangers, non resterà al Milan, si può dare per scontato anche l'arrivo di un esterno sinistro. La pista più percorribile conduce a Dossena, visto che pure il Napoli insegue un laterale mancino ed è pronto a liberare l'ex-Liverpool. Più complicato, invece, raggiungere Peluso, per cui l'Atalanta chiede cifre importanti, mentre Balzaretti, al momento, prende in considerazione solo il Paris Saint Germain in alternativa al Palermo. Occhio, comunque, a Robinho, visto che è l'unico attaccante ad essere veramente corteggiato (il Malaga e alcuni clubbrasiliani sono sulle sue tracce): dovesse partire, il Milan prenderà anche un'altra punta.
     

    Allegri finisce in Guardiola?
    Nel giro di un anno un universo si può anche ribaltare completamente. Lo dimostra ciò che è accaduto ad Allegri tra l'estate del 2011 e quella attuale. Un anno fa, infatti, il tecnico livornese era una sorta di eroe per il popolo milanista: aveva appena riportato la squadra rossonera in cima all'Italia, spezzando la lunga egemonia dell'Inter, messa sotto in entrambi i derby e poi pure nella Supercoppa agostana in quel di Pechino. Mentre adesso è reduce da un campionato che il Milan sembrava avere in pugno e che, invece, si è fatto soffiare sul filo di lana dalla grande nemica Juventus. E proprio Allegri è finito sul banco degli imputati, per di più come principale colpevole. Gli viene addebitata anche la responsabilità dell'addio di Pirlo, sacrificato sia per ragioni economiche, ma anche per motivi tecnici, e poi divenuto una delle pietre angolari della Juventus scudettata.

    SPETTRO GUARDIOLA - A cavallo delle ultime giornate, sembrava che mancare il bis in campionato gli potesse costare pure la panchina. Del resto un vero e proprio feeling con Berlusconi non è mai scattato, tanto che il Cavaliere non si era preoccupato di nascondere il suo malcontento per come il Milan aveva affrontato il Barcellona nei quarti di Champions. E non è passato inosservato nemmeno quell'affabile confabulare dell'ex-premier con Guardiola a margine della sfida di San Siro. Ad Allegri, però, il contratto era stato rinnovato fino al 2014 giusto a gennaio e, sul mercato, non esisteva un'alternativa di peso e prestigio disponibile a sbarcare sulla panchina rossonera. Nemmeno Guardiola, che ha sì deciso di lasciare il suo Barça ma anche di prendersi un anno sabbatico per ricaricare le pile. Ad ogni modo, Pep è diventato il grande sogno del patron rossonero: un sogno che, se non c'è riuscito quest'anno, farà di tutto per realizzare in vista della stagione 2013/14. Anche a costo di sfidare il Chelsea di Abramovich, pure lui sedotto da Guardiola.

    REBUS SPOGLIATOIO - Insomma, il terzo anno di regno di Allegri comincia già in salita. Lunedì prossimo è in programma il raduno a Milanello e sarà soprattutto il tecnico ad avere gli occhi puntati addosso. Per il Milan, infatti, è appena finita un'epoca. Gattuso, Nesta, Inzaghi e Seedorf hanno tutti lasciato i rispettivi armadietti a Milanello e la realtà racconta di uno spogliatoio da ricostruire nella sua anima più profonda e radicata. Della storica vecchia guardia è rimasto soltanto Ambrosini che farà inevitabilmente fatica a gestire personalità straripanti come Ibrahimovic (soprattutto), Cassano e Boateng. E sarà ancora più dura per Allegri che dovrà governare la barca, senza il sostegno di quei senatori a cui bastava uno sguardo per mettere al loro posto i compagni più turbolenti.

    NODO IBRA - Peraltro, l'allenatore livornese si troverà obbligato a tentare di ricostruire il suo rapporto con Ibrahimovic. Nella famosa notte dell'Emirates Stadium, dopo la pesante sconfitta del Milan con l'Arsenal, qualcosa tra l'uomo di Malmoe e Allegri si è spezzato e non si è più ricomposto, sottraendo di conseguenza certezze e sicurezze all'intera squadra. E' logico che ripartire allo stesso modo potrebbe essere assai pericoloso. Ma quello con Ibra è soltanto il nodo più grosso da sciogliere, ne restano anche altri da sistemare. Nella fase conclusiva e più delicata dell'ultima stagione, infatti, tra allenatore e gruppo si era registrato più di qualche cortocircuito. I motivi? Poche spiegazioni nelle scelte, esclusioni punitive ed eccessiva rigidità nel sistema di gioco. Inevitabile quindi azzerare il passato e tutte le incomprensioni, altrimenti il Milan rischierebbe di incartarsi nuovamente alle prime difficoltà. E allora la sorte di Allegri sarebbe già segnata.

     

    PierSilvio Berlusconi sogna Iniesta.
    La crisi economica che attraversa la società impedisce anche al tifoso rossonero PierSilvio Berlusconi di sognare o quanto meno di sperare che i suoi desideri di mercato si trasformino in realtà. Dodici mesi fa il vice presidente di Mediaset non nascondeva il suo sogno di vedere con la maglia rossonera Andrés Iniesta. Adesso, dopo un Europeo che ha visto il fuoriclasse del Barcellona e Balotelli tra i protagonisti, inutile probabilmente anche fantasticare. «Lo scorso anno - ha raccontato a margine della presentazione dei palinsesti autunnali di Mediaset - parlai di Iniesta come del giocatore che avrei voluto e ripeterlo adesso sarebbe troppo facile. Balotelli? Contro la Germania ha segnato 2 gol spettacolari, ma non dico altro. Chi mi ha impressionato in Polonia e Ucraina? In una partita dell'Inghilterra mi ha stupito la fisicità di Carroll che però contro l'Italia ha fatto poco. Montolivo? Mi piace molto e in Nazionale ha confermato di essere bravo anche se ha sbagliato il rigore contro gli inglesi. Ha la personalità e i mezzi per far bene nel Milan».

    MILAN CON THIAGO - Berlusconi junior ha fatto da padrone di casa in una serata più sobria rispetto al passato e ha annunciato il "colpo" Celentano (2 concerti su Canale 5, 17 anni dopo gli ultimi del "Molleggiato"). «Chi sarà il Celentano del Milan? Di giocatori forti ne abbiamo tanti ed è rimasto anche Thiago Silva. Da milanista non posso che essere soddisfatto della sua conferma: in un momento come questo ci vuole tanta passione per rifiutare un'offerta simile (46 milioni bonus compresi la proposta del Psg, ndr) e mio padre ha dimostrato di averne tanta. Trattenere Thiago, e per giunta con un contratto rinnovato, è stata una grande dimostrazione di amore di Berlusconi nei confronti del Milan. Il brasiliano può essere considerato un nuovo acquisto» . E' destinato a restare anche Ibrahimovic, almeno sentendo le dichiarazioni i Galliani. «Non so se andrà o resterà, ma di certo Ibra è un campione. E' scontento? I campioni sono come gli artisti e anno accettati così come sono. Spero che rimanga perché è un grande». Eccoci a Pato: «Da tifoso spero che sia il suo anno e che esploda definitivamente. Potrà inserirsi in un Milan che ha perso giocatori importanti, ma che sarà più giovane e che porterà avanti un progetto nuovo. Dopo un tot di anni è giusto cambiare qualcosa. Mia sorella Barbara in società? E' una ragazza che ha grande passione e la mette in tutto quello che fa».

    NAZIONALE E SKY - Gli Europei Berlusconi li ha seguiti su Telecinco, sorella spagnola di Mediaset ( «Ha trasmesso tutti gli incontri facendo record su record» ), e nonostante la finale persa seccamente, ha lodato l'Italia: «Gli azzurri hanno fatto un grande Europeo e siamo vice campioni. Un rammarico per il Milan aver perso Pirlo? Vederlo giocare così bene, non fa male al tifoso rossonero perché è stato grande con la maglia dell'Italia. E' uno tra i numeri uno al mondo» . Finale su Sky che pare interessata a uno scambio di diritti per le coppe europee con Mediaset. La tv di Cologno Monzese ha in esclusiva (e in chiaro, inizialmente su Italia 1) la miglior partita delle italiane del mercoledì sera oltre a tutta l'Europa League che vedrà al via Inter, Napoli e Lazio (alcune partite in chiaro, altre su Premium); il colosso di Murdoch tutto il resto della Champions. Possibile un'operazione che completi i due pacchetti? Al momento non c'è trattativa, ma nelle prossime settimane...


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