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  • Milan, Allegri:| 'Mio futuro nelle mani di Berlusconi'

    Milan, Allegri:| 'Mio futuro nelle mani di Berlusconi'

     

    Sostiene Massimiliano  Allegri che la partita perfetta non esiste, però stasera bisognerà avvicinarsi il più possibile  alla perfezione per poter battere la prima della classe. Perché, lo dicono i numeri, la Juventus ha fatto più del doppio dei punti del Milan e ha perso una sola volta in questo campionato. E poi i  rossoneri non sono più quelli di un anno fa, che lottavano  per lo scudetto e avevano Nesta,  Seedorf, Ibrahimovic e Thiago Silva. Il Milan versione  low cost imposto dal brutto  momento economico fa fatica a tenere il passo della rivale  della scorsa stagione.

    Il fantasma di Pep Allegri già da tempo si è calato nella parte di «allenatore di transizione », nel senso che col suo  lavoro di oggi getterà le basi per una rinascita futura dei rossoneri. Il problema è capire se lui farà parte o no di  questo futuro, visto che dopo ogni conferma da parte della società ricompare puntale  il fantasma di Guardiola. Berlusconi ne ha parlato  anche ieri a Milanello (scelta poco felice vista la delicatezza del momento). Allegri  ormai ha fatto il callo anche  a questo, però ieri ha faticato a dissimulare il suo fastidio. «Berlusconi è venuto con tanto entusiasmo, è carismatico e ha sempre le parole  giuste per tutti. Era contento per il passaggio del turno, ci ha detto che domani sarà una partita particolare  e ha avuto elogi per tutti». Poi il tono è cambiato quando  è arrivata la prima domandasu Guardiola: «Berlusconi  ha detto che ha parlato conmedi Pep?Non sono problemi che mi riguardano, non mi piace raccontare le cose che ci diciamo io e il presidente. Mi fate delle domande  a cui non voglio e non posso rispondere, io sarò sulla  panchina del Milan domani, almeno credo, poi il mio destino è nelle mani del presidente.  Il mio compito è cercare di schierare la miglior formazione  possibile».

    Ottimo lavoro Conte Allora concentriamoci su Milan-Juve, argomento su cui Allegri si dilunga volentieri. Niente polemiche  («Del gol di Muntari si

    è parlato in tutto il mondo, è una di quelle cose che racconterò ai miei  nipoti»), solo complimenti agli avversari:  «La Juve ha fatto cose eccezionali, 32 punti sono tanti, il Milan dovrebbe averne  qualcuno in più. La Juve è sicura e aggressiva, dobbiamo sbagliare poco. L’assenza   di Conte non li ha penalizzati, è stato bravo a trasmettere i concetti nel modo giusto. Hanno più punti dell’anno scorso, si vede che durante la settimana sta facendo unottimo lavoro». 

    Orgoglio rossonero  Aggressività e sicurezza sono due caratteristiche che spesso sono mancate al Milan di quest’anno. Magari la Juventus sarà l’avversaria giusta per risvegliare l’orgoglio rossonero: «Abbiamo centrato gli ottavi di Champions con un turno  d’anticipo, era il primo obiettivo  della società. Con la Juve sarà una partita importante perché un risultato positivo  cancellerebbe tutte le cose negative dette su di noi. Una vittoria ci può dare morale  e autostima, ma non è  una sola gara che può risollevare le sorti del Milan, ci vuole tempo per risalire.  Dobbiamo imparare a non prendere gol anche nei momenti in cui non giochiamo bene». Chiusura  dedicata a Pato: «E’ stato un sfogo a caldo, avevo  già parlato con lui per spiegargli che deve avere pazienza, dopo tanti infortuni ci vuole tempo. Parlare di una sua partenza in prestito a gennaio è prematuro e non serve a niente». Guardiola e tutto il resto possono aspettare,  adesso nella testa di Allegri c’è solo la partita quasi

    perfetta.

    La Gazzetta dello Sport 


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