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  • Milan-Barça, il bello del calcio. Ma chi ha Messi ha tutto

    Milan-Barça, il bello del calcio. Ma chi ha Messi ha tutto

    di Xavier Jacobelli
    (direttore quotidiano.net)

     
    Milan-Barça, il bello del calcio. Il supershow di San Siro ha risposto in pieno alle attese della vigilia. Due fra le squadre più nobili del football mondiale hanno onorato la loro fama. Alla fine, ha vinto il Barcellona che durante la gestione Guardiola ha visto approdare in prima squadra 21 giocatori cresciuti nel suo inesauribile vivaio. Ma, agli sconfitti vanno gli stessi elogi riservati a chi li ha battuti.
     
    Trentatrè trofei internazionali in campo, di cui undici Coppe dei Campioni, una parata di stelle che, nel primo come nel secondo tempo ha garantito gol ed emozioni dietro ogni minuto. Il Barça, imbattuto da 26 partite, a segno con almeno un gol nelle ultime 25 partite, è una squadra meravigliosa, la cui duttilità tattica è spaventosamente efficace. Lo si è visto quando, dopo 27 minuti, Guardiola ha ordinato di passare dalla difesa a tre a quella a quattro. Il Milan si è opposto con un orgoglio e una determinazione feroci.
     
    L'uno contro l'altro, in campo sono andati il miglior attacco della serie A contro la miglior difesa della Liga e, subito, i rossoneri hanno cercato di passare, ma sarebbero potuti rimanere fulminati dall'autogol di Van Bommel. Invece hanno reagito, dopo che il grande Abbiati ha cominciato ad esaltarsi, negando il raddoppio ai catalani. Ibrahimovic ha firmato la rete che cercava più di ogni altra, contro gli ex dai quali lo separa tanta ruggine nonostante i 5 trofei conquistati nell'unica stagione catalana: lo svedese ha tagliato la difesa rivale con una progressione degna della sua classe (centro n.31 in 54 gare ufficiali con la maglia rossonera). 
     
    Ma, in agguato c'erano Stark e il guardalinee che ha preso fischi per fiaschi (ce ne sono troppi in giro, fra serie A e Coppe europee e il Milan lo sa bene): molto generoso il rigore concesso al Barça per quel fallo su Xavi che non doveva essere punito con tanta severità. Messi, implacabile, l'ha calciato per due volte e per due volte ha segnato.
     
    Il nuovo Maradona procede a ritmi pazzeschi: nell'anno solare 2011, ha realizzato 55 reti in 63 partite; dall'inizio di questa stagione, i suoi gol sono stati 25 in 19 partite (205 in 289 gare complessive con i catalani).
     
    Ogni volta che Lionel tocca il pallone può succedere di tutto e la classe immensa dell'argentino viene esaltata dalla coralità di un gioco che, in questa circostanza, è riuscito persino a far dimenticare l'assenza di un altro fuoriclasse del calibro di Iniesta.
     
    All'inizio della ripresa, Allegri ha giocato la carta Pato: fuori Robinho, tanto bravo quanto sprecone. L'allenatore ha colto nel segno perchè il Milan ha cambiato passo, anche se Pato non è riuscito ad entrare in partita essendo vistosamente ancora fuori condizione.
     
    Dopo 9 minuti, Boateng ha riagguantato i campioni d'Europa con una prodezza impreziosita da quel controllo in corsa che ha sorpreso Abidal e ha lasciato Victor Valdes senza speranza.
     
    I campioni d'Italia hanno avuto il merito di non mollare mai, rispondendo colpo su colpo ai blaugrana i quali, al contrario dell'andata, non sono riusciti a ripetere quel possesso palla che tanto aveva impressionato. Il pressing alto di Allegri ha messo in difficoltà il Barça molto più di quanto Guardiola non pensasse.
     
    Il che non ha impedito alla premiata Fabbrica dei Sogni di scodellare il terzo acuto: Messi, naturalmente, ha dettato l'assist a Xavi, il cui inserimento è stato micidiale. Il Barcellona gioca senza una punta centrale, ma non perdona.  
     
    A 25 minuti dalla fine, purtroppo si è fatto male Nesta, tradito da un guaio muscolare che ha interrotto una prova splendida. Bonera ha affiancato Thiago Silva e, dall'altra parte, Sanchez ha rilevato Villa. Il grave infortunio patito in avvio di stagione ha consentito all'ex udinese di collezionare sinora soltanto 8 presenze, ma, subito, il cileno ha rischiato di fare poker. Gliel'ha negato Abbiati.
     
    Il 3-2 di Xavi ha piegato le ginocchia al Milan che, lentamente, si è arreso, ma solo all'ultimo respiro. I rossoneri hanno meritato tutti gli applausi di San Siro. Come i loro immensi rivali. Stasera hanno vinto i più forti. a.n.

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