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  • Milan, che crollo dal rinnovo di Gattuso

    Milan, che crollo dal rinnovo di Gattuso

    • Daniele Longo
    La sconfitta a San Siro contro il Benevento rappresenta per il Milan il punto più basso della stagione. Una sconfitta poco onorevole e inaspettata, anche se più di un campanello d'allarme era risuonato in quel di Milanello. Gattuso aveva avvertito delle cattive sensazioni nei giorni di vigilia, quelli della preparazione alla partita. Una buona fetta del gruppo, a detta del tecnico rossonero, non si era allenata con la consueta attenzione e carica emotiva. I dati delle ultime partite raccontano di una squadra in piena involuzione, inoffensiva e fragile come si era vista sovente a inizio stagione.
     
    MEDIA PUNTI A PICCO - Sorprende che la caduta del Diavolo sia coincisa con il rinnovo di Gattuso, leader riconosciuto e apprezzato da tutto il gruppo rossonero. Dal 5 aprile, data in cui il rinnovo è stato reso ufficiale, il Milan ha totalizzato la miseria di quattro punti in tre partite, una media di 0.75 a gara. Numeri totalmente diversi rispetto alle 16 partite antecedenti la firma, dove il Milan viaggiava a spron battuto, con la media di ben 2 punti a partita. Qualcosa è scattato nella testa dei giocatori che, di fatto, hanno mollato quasi completamente la presa. Non è da escludere che sia passato il messaggio sbagliato, ovvero che la società stia pensando già alla prossima stagione, considerando l'attuale ormai quasi archiviata. Il Milan ha assoluta necessità di gareggiare in Europa anche nella prossima stagione, anche se non in Champions League. Ecco perché niente deve essere dato per scontato, onde evitare che si ripetano figuracce come quella di ieri.
     
    TROPPA FRETTA? - Il nuovo contratto per  Gattuso è stato il riconoscimento al lavoro e alla passione mostrata nei suoi mesi al timone della Prima squadra. Un rinnovo che ha una sua struttura logica ma che, probabilmente, si è concretizzato secondo tempistiche troppo frettolose. Rino ha sempre messo il Milan al centro di tutto, questione di sentimenti troppo forti per essere traditi. Rimandare il tutto a fine stagione, dopo gli accordi verbali già trovati e con i risultati alla mano, sarebbe stata una mossa strategica probabilmente più accorta.

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