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  • Milan cinese: entro mezzanotte altri 100 milioni di caparra, spunta Yuhui

    Milan cinese: entro mezzanotte altri 100 milioni di caparra, spunta Yuhui

    Oggi è un giorno importante per il Milan. La squadra gioca il posticipo a Roma, mentre è atteso un nuovo passo per la cessione della proprietà. Il closing è slittato al 3 marzo 2017, ma entro mezzanotte la cordata cinese rappresentata da Sino Europe deve versare a Fininvest una seconda caparra di altri 100 milioni, in aggiunta alla stessa quota già versata alla firma del contratto preliminare lo scorso agosto. Come si legge sulla Gazzetta dello Sport, c'è grande fiducia da parte cinese ed è probabile si tratti di capitali già depositati all'estero. Se ciò non avvenisse, senza motivazioni ritenute sufficientemente credibili, l'affare potrebbe clamorosamente saltare, con Fininvest legittimata a incassare i 100 milioni depositati come caparra iniziale.

    ASSEMBLEA DEI SOCI - Domani, il 13 dicembre, era invece il giorno precedentemente indicato come quello del closing, con la contemporanea convocazione dell'assemblea dei soci del Milan. L'assemblea si terrà comunque, ma non avrà rilevanza epocale, come se si fosse trattato della sede (e della data) in cui ratificare il passaggio di proprietà del Milan a Sino Europe. Niente di tutto ciò e niente questioni relative alla governance: i vertici dirigenziali resteranno gli stessi di oggi fino al closing. Le parti, potenziali acquirenti e potenziali venditori, si sono mostrati fin qui molto fiduciosi (anche se Fininvest non ha ancora avuto modo di veder provata la disponibilità dei 420 milioni, 320 in caso di deposito della seconda tranche) sul buon esito della trattativa e arrivassero in cassa altri 100 milioni la garanzia verrebbe considerata ancora più solida. Per questo è attesa per oggi una nuova nota ufficiale in cui informare del rinnovato deposito. 

    NOME NUOVO - In ogni caso l'operazione prosegue secondo sviluppi ignoti: closing in qualsiasi momento, magari con nuovi soci europei, oppure mai. Gli intimi di Berlusconi lo descrivono poco entusiasta alla prospettiva che l'affare si faccia. Malgrado i costi del calcio insostenibili per la holding di famiglia, il patriarca di nuovo al centro della politica conosce bene l’utilità del Milan e alimenta le voci sul tormento interiore per l’indubbio affetto verso la squadra. Secondo i dispacci sulla vicenda, Sino Europe avrebbe rivelato a Fininvest i componenti della cordata misteriosa e sarebbe bislacco che non versasse la nuova caparra: perderebbe i 100 milioni, ufficialmente depositati, della prima. Non meno bizzarro sembra tuttavia che la caparra totale di 200 milioni perpetui l’attuale situazione: l’emissario italiano dei cinesi, l’ad in pectore Fassone, pur rappresentando in teoria il 38 per cento del valore attribuito al Milan, resta un’entità virtuale, col solo potere di autorizzare o vietare ogni transazione. Secondo La Repubblica, il mercato di gennaio verrà gestito da Galliani con budget zero e con l’input berlusconiano della squadra giovane e italiana. È curiosa la presenza di due ds: quello effettivo è Maiorino, quello virtuale Mirabelli. Ma Sino Europe non esce allo scoperto con i 320 milioni residui dell’accordo e con i nomi dei presunti investitori: in Cina si parla tra gli altri del boss della farmaceutica naturale Shu Yuhui, padrone del ricco Tianjin, neopromosso in Super League. 

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