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Milan e Roma: quale ruolo per il Papu? Ecco come Gasperini l'ha reso grande

Milan e Roma: quale ruolo per il Papu? Ecco come Gasperini l'ha reso grande

  • Luca Bedogni
Iniziamo con un po’ di disordine, qualche dichiarazione sparsa sul futuro del Papu Gomez, a cascata. Percassi: “E’ incedibile”. Il presidente orobico l'istante dopo: “Ma nel calcio possono capitare cose impensabili”. Gasperini: “Percassi non smonterà il giocattolo”. Gomez stesso: “Ho un ottimo rapporto con Montella. Con lui ho lavorato bene a Catania. So che mi avrebbe voluto alla Fiorentina e che mi vuole anche adesso. C’era qualcosa con il Milan, a gennaio, ma non me la sentivo di lasciare la Dea”. Montella: “E’ un bravissimo giocatore”. Ancora Gomez: “Andrei via da qui per la Champions e per lo scudetto”. Di Francesco alla vigilia di Atalanta-Sassuolo: “Questa estate lo volevo, ma l’appeal del Sassuolo non ha funzionato”. Chiudiamo col Papu, di nuovo: “Ho 30 anni, voglio una big. L’Atalanta mi lascerà partire”.

Ora che siete stati (forse) confusi per bene, vorrei spostare l’attenzione su un ultimo frammento d’intervista (l’ultima, promesso), che però non tratta di mercato, ma di un problema tattico inerente all’impiego dell’attaccante argentino. Ricordate i complimenti di Del Piero e la commozione in diretta del Papu, ai microfoni di Sky? Bene, in quell’occasione la portata mediatica dell’aspetto emotivo ha preso il sopravvento, relegando a margine il contenuto della domanda dell’ex bianconero e la conseguente risposta. In sostanza Del Piero chiedeva se il suo rapporto con Gasperini e il leggero cambio di ruolo di quest’anno avessero contribuito a farlo diventare, lui, Gomez, il “giocatore fenomenale” che è diventato. Risposta: “Questa posizione mi ha cambiato perché sono più attaccante, sono più dentro l’area, posso finire la giocata. Magari risparmio energia non facendo tutta la fascia. La squadra mi ha aiutato tantissimo con la sovrapposizione di Spinazzola”. A quel punto però passa da dietro Montella, che gli rifila uno scappellotto e lo fa ridere, ma anche perdere il filo del discorso. Filo che, qui, si tenta di riprendere.
 
Sapete già che le principali sirene al momento arrivano dal Milan e dalla Roma. Ma come giocano Milan e Roma rispetto all’Atalanta? O come giocherebbe, poi, la Roma, se firmasse Di Francesco? In entrambi i casi il modulo base sarebbe il 4-3-3. I giallorossi, sulla scia di Spalletti, potrebbero anche contare sul 4-2-3-1, un sistema che il tecnico del Sassuolo ha adoperato più volte nel corso dell’anno, ma che dipenderebbe molto dalla permanenza di Nainggolan, oggi non più così sicura.

Dunque quale sarebbe il posto del Papu Gomez? Nel Milan, andrebbe a collocarsi dove ora gioca Deulofeu (in partenza), ma anche dove un domani tornerebbe Bonaventura. Il fantasista rossonero tuttavia, rientrato dall’infortunio, potrebbe fargli spazio andando a fare la mezzala. Nella Roma, invece, dovrebbe sistemarsi là dove oggi gravitano El Shaarawy e Perotti. Sarebbe per lui un ritorno al passato. Un paradossale passo indietro?
 
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Sopra vedete un’immagine dalla partita di andata tra Milan e Atalanta. Il 3-4-1-2 di Gasperini in pressione, mentre il 4-3-3 di Montella prova a gestire il possesso. In riferimento alla risposta di Gomez a Del Piero, osserviamo la posizione del Papu. A questa altezza di campo esce Spinazzola sul terzino avversario, non lui. Ormai è una seconda punta che dà fastidio a uno dei due centrali, Paletta in questo caso. Ed è così che alla lunga si risparmiano energie.

Sotto invece trovate la variante, a una diversa altezza. Non più l’esterno dell’Atalanta sul terzino, bensì un interno di centrocampo (c’era ancora Gagliardini, naturalmente). In questo modo Spinazzola può curarsi di Suso, supportato da Masiello, e Gomez può accorciare tranquillo, senza abbassarsi fino all’angolo dell’area.  
 
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Il Papu allora quand’è che esce in pressione sull’esterno? Mai? Certo che no. Nell’Atalanta tuttavia capita solo quando l’uscita di Spinazzola sarebbe troppo rischiosa, troppo alta. Come in questa azione.
 
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Sotto vedete l’Atalanta schierata, su una palla lunga. Sapete dirmi in un 4-3-3 chi dovrebbe occuparsi di Abate, salito fino alla linea di centrocampo? Se Gomez giocasse con Montella o Di Francesco spetterebbe certamente a lui. Con quali conseguenze, però? Guardate invece dove sta con Gasperini.

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Ed eccovi l’esempio del Milan, quando Suso è costretto a rincorrere l’esterno/terzino avversario. Abate non può uscire ora, è insidiato proprio dal Papu. 
 
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Stesso discorso vale per il Sassuolo di Di Francesco. Contro l’Inter, situazione identica, da una prospettiva diversa. Nel tridente, Iemmello va a disturbare il centrale e Politano scivola sul terzino (D’Ambrosio). Il terzino sinistro neroverde infatti ha già Candreva da marcare.
 
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Ormai fin troppo noti, per parlarne, i sacrifici richiesti agli esterni alti di tutte le squadre che praticano un 4-3-3 o un 4-2-3-1. Roma di Spalletti compresa. Dunque Gomez è questo che tornerebbe a fare, come in passato?
 
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Il problema però non riguarda solo le energie. Anche la posizione di partenza di un attacco. Prima di segnare al Crotone con un bolide dalla distanza, nel corso della gara di andata, Gomez riceve palla da Kessié in una zona di campo in cui potrebbe transitare un normale esterno alto, mentre converge.
 
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La libertà di cui gode una seconda punta tuttavia è maggiore rispetto a quella di un esterno. La seconda punta infatti svaria di più, ha più campo a disposizione; può scegliere tranquillamente di andare oltre l’asse centrale del campo per provare il tiro a incrociare sul piede forte, senza il timore di dover tornare a coprire la fascia lasciata scoperta. E’ un ruolo che dà più opzioni, meno schematico. La differenza tra Gomez ed El Shaarawy.  
 
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Il Papu oltretutto sa variare come pochi la giocata: a volte accellera con la palla, a volte taglia senza, altre volte rifinisce, sempre imprevedibilmente. Nella stessa ‘posizione Gasperini’ ci ha fatto vedere anche tanti assist (12). Davvero spettacolare quello contro il Bologna, in casa. Alla Del Piero.