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  • Milan, il mercato delle brutte figure

    Milan, il mercato delle brutte figure

    • Stefano Agresti
    Da Montecarlo a Nanchino, le brutte figure del Milan sul mercato stanno assumendo dimensioni planetarie.
     
    Guardate cos’è capitato con El Shaarawy. Il Monaco ha deciso di non riscattarlo, fermando le presenze del ragazzo a quota 24: una in più e sarebbe stato obbligato a tenerselo, sborsando 12 milioni. Il guaio è che alla cessione del Faraone i rossoneri avevano legato gran parte dei loro affari di gennaio: Galliani già si fregava le mani, dai che ce l’abbiamo fatta, invece ha preso la porta in faccia. I piani sono saltati, la poltrona no. Quanto accaduto dopo è perfino più curioso. Il Milan ha infatti cominciato a cercare un acquirente per El Shaarawy e ha anche trovato qualcuno pronto a scommetterci. Un paio di milioni, però: me lo dai in prestito e se va bene lo riscatto, versando gli altri dieci milioni a giugno. Insomma: provo a rigenerarlo, poi decido. Macché: quasi risentito, Galliani pretende l’obbligo di riscatto, cioè il pagamento garantito a giugno dell’intera cifra. Altrimenti come può lui fare il mercato? Tutti scappano a gambe levate, ovviamente: perché mai dovrei rischiare tanti soldi su un calciatore che non gioca bene due partite di fila da anni, è spesso infortunato, è stato scartato sia dal Milan che dal Monaco? Mica devo fare beneficenza a Galliani, no? Attenzione: un benefattore a un certo punto era apparso all’orizzonte, aveva le sembianze di Walter Sabatini, sembrava stesse per accettare l’obbligo di riscatto. Lui, del resto, di Galliani è amico, così come di Preziosi: guardate quanti affari si sono conclusi negli ultimi mesi in questo triangolo, da Romagnoli a Bertolacci, da Kucka a Iago Falque, tutti a prezzi improbabili. Solo che la Roma attorno a Natale è finita nella bufera, Garcia è volato via, Spalletti non è uno che accetta i giocatori a scatola chiusa. Insomma: El Shaarawy con l’obbligo di riscatto non lo può fare nemmeno Sabatini, almeno per il momento. Mai dire mai, però: Galliani aspetta fiducioso una mano fraterna, con dodici milioni sopra.
     
    Prendete Luiz Adriano, adesso. Pagato otto milioni, rivenduto a quindici: che bravo Galliani, ha trovato i cinesi pronti ad abboccare al suo amo. Anche qui, Adriano nostro (non Luiz) si fregava le mani: almeno questa è andata bene, arrivano i soldi. Il brasiliano parte per la Cina, già si progetta come spendere questo bendidio piovuto dal cielo, anzi da Nanchino. Sbagliato: i cinesi non sono ricchi come sembrava, Adriano (Luiz) torna a casa.
     
    Ci sarebbe da ridere, se non fosse che ai tifosi rossoneri viene da piangere. Il Milan è diventato un Circo Barnum: vende calciatori che poi tornano indietro, fa affari soprattutto con un paio di società sorelle, fa contratti con i procuratori fratelli. C'era una volta il club più grande del mondo.
     

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