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  • Milan: con Inzaghi rinasce 'Pazzolivo'

    Milan: con Inzaghi rinasce 'Pazzolivo'

    • Federico Ciapparoni
    Pippo Inzaghi deluso dal suo Milan. Il pareggio nel derby non è stato sufficiente per risollevare umori e classifica del club rossonero, così il tecnico medita la rivoluzione. Il settimo posto in classifica, figlio, per i più maligni, dell'inesperienza tattica di Inzaghi (imputatagli da Zeman qualche settimana fa, ndr) o dalla mancanza di valide alternative in rosa, non ha soddisfatto l'allenatore rossonero, che già per domenica potrebbe apportare cambiamenti sostanziali alla formazione.

    PAZZINI IN, TORRES OUT - Nella delusione rossonera spicca il nome di Fernando Torres. Il Nino, solamente un gol in dieci presenze, continua a non dimostrarsi all'altezza delle aspettative e la pazienza di Inzaghi sembra essere terminata. Per domenica, in occasione della sfida casalinga contro l'Udinese, il tecnico medita l'esclusione dello spagnolo, dando vita a due possibili scenari: per conquistare i tre punti, che mancano dal 19 ottobre scorso in occasione della vittoria a Verona contro l'Hellas, c'è l'ipotesi rilancio di Giampaolo Pazzini o, in alternativa, l'utilizzo di Jeremy Menez come falso nove nel tridente rossonero. Quest'ultima soluzione, però, non convince il presidente Berlusconi, che preferirebbe vedere all'opera l'ex sampdoriano. In salita, dunque, le quotazioni di Pazzini, che questa stagione ha collezionato solo 5 presenze, senza mai partire da titolare. Il giocatore, fino a qualche giorno fa in fondo alle gerarchie di Inzaghi e a un passo dall'addio, visto anche il contratto in scadenza, potrebbe quindi tornare ad essere una pedina fondamentale nello scacchiere rossonero, in cerca di una vera punta capace di garantire gioco e gol. Lasciate alle spalle le polemiche innescate dalla moglie ("Al Milan non esiste la meritocrazia"), che sembravano aver segnato la rottura definitiva tra il giocatore e la società, Inzaghi recentemente ha fatto sapere ai dirigenti che per lui il "Pazzo" resta una pedina fondamentale della rosa e presto potrebbe utilizzarlo con maggiore continuità per lanciare un segnale al giocatore. 

    IL RITORNO DEGLI ESCLUSI - Chi, invece, si è già ripreso il suo posto in squadra è Philippe Mexes. Il difensore francese, dopo le esclusioni che lo hanno tenuto ai margini della rosa rossonera in questo inzio di stagione, ha rivelato al Corriere dello Sport un inedito retroscena: "Certo che si può dire che ero finito fuori rosa. Mi allenavo, ma sapevo di non giocare. Nel calcio ci sono momenti e momenti e devi solo aspettare il tuo. Con la Sampdoria mi sono fatto trovare pronto. E' vero che ho discusso con Pippo prima del Trofeo Tim, ma in quel momento non mi andava di dirgli che sono più bravo di quello o di quell'altro. Non sapevo come reagire. Le sue scelte vanno rispettate. Sottolineava che ero sempre lì ad allenarmi e questi riconoscimenti mi davano forza. Ma poi era dura vedere gli altri salire sul pullman o guardarli giocare in tv. Sono rimasto per una questione soprattutto mentale: a 32 anni ho più voglia di certi giovani". Mexes, dopo aver faticato inizialmente nel convincere Inzaghi a consegnargli le chiavi delle retrovie rossonere, si è riconquistato posto e fiducia del tecnico a suon di buone prestazioni con Sampdoria e Inter. Intanto domenica, a San Siro, potrebbe rivedersi Riccardo Montolivo. Il centrocampista della Nazionale potrebbe giocare qualche minuto, i primi della stagione dopo l'infortunio rimediato a Londra contro l'Irlanda (frattura della tibia sinistra, ndr) che sei mesi fa gli costò il Mondiale. Il ritorno di Montolivo potrebbe essere d'aiuto a Inzaghi, che con il recupero del suo capitano avrebbe le carte in regola per tentare una rivoluzione tattica: un 4-3-3 con l'azzurro ad agire da mezzala, preferibilmente a sinistra, e un 4-2-3-1, in cui, invece, potrebbe essere uno dei due centrali insieme a De Jong. 

    INZAGHI MEGLIO DI ALLEGRI MA PEGGIO DI SEEDORF - Il confronto con le gestioni precedenti è d'obbligo, soprattutto se si parla del terzo tecnico a cui viene affidata la panchina rossonera in un anno. I 18 punti ottenuti fino a questo momento da Inzaghi sono sicuramente meglio dei 13 conquistati da Massimiliano Allegri appena un anno fa, ma peggio dei 20 ottenuti da Clarence Seedorf nelle prime 12 giornate da tecnico rossonero. Il Milan e Inzaghi adesso sono attesi al momento della verità: i tre punti con l'Udinese potrebbero rilanciare la figura del tecnico, mai seriamente in discussione nonostante i 6 pareggi ottenuti nelle prime 12 partite, e un gioco che con le giuste accortezze tattiche potrebbe cominciare a dare i propri frutti.

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