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  • Milan, le risposte di Fininvest alle richieste di Inzaghi

    Milan, le risposte di Fininvest alle richieste di Inzaghi

    Se le grandi d'Europa si contendono a suon di decine di mln di euro i top players, la più titolata delle squadre italiane vive un momento di grande incertezza. La gestione della società è affidata alla (improbabile) coppia Adriano Galliani - Barbara Berlusconi, e i destini della squadra rossonera paiono indissolubilmente legati a quelli del gruppo Fininvest.

    In un contesto nel quale gli investimenti pubblicitari scendono a nuovi minimi (-5.5% y/y a maggio in Italia), il gruppo dell'ex presidente del consiglio cerca di fare cassa, riorganizzando le partecipazioni estere e accogliendo nuovi partner (in Spagna il biscione ha venduto l'11% di Mediaset premium a Telefonica per 100 mln di euro, ed è uscito da Digital Plus, sempre vendendo alla società guidata da Cesar Alierta). Mediaset si è da poco impegnata ad investire 700 milioni in tre anni per i diritti televisivi della Champions league, e 373 milioni  all'anno per i diritti della serie A di calcio; se sommiamo il tutto fanno  600 milioni all'anno per un azienda che in 10 anni ha perso 400 milioni, e che nel 2013 ha fatturato 552 milioni, ipotizzare nuovi potenziali deal,  con colossi del livello di Al Jazeera e Vivendi diventa quasi scontato. L'impressione è che in un contesto sempre più difficile a Cologno Monzese preferiscano ridurre la complessità del businnes, concetrando l'attenzione su aree a maggior certezza di ricavi e minor incidenza di costi.

    Immaginare una diversa strategia per A.C.Milan pare azzardato. La deludente stagione 2013-2014 ha assunto toni lugubri se valutata in termini economici. Già ad inizio stagione i rossoneri avevano il  secondo monte ingaggi più alto dell'intera serie A e l'ingaggio a metà stagione di Clarence Seedorf non ha fatto che peggiorare la situazione.

    La strategia del duo Galliani-Berlusconi pare improntata alla vendita di qualche pezzo pregiato e alla contestuale ricerca di qualche svincolato con pretese economiche non esose.

    Questo potrebbe abbellire lo stato patrimoniale della società in tempi nei quali il fair play finanziario unito alla sempre minore disponibilità della "famiglia" a ripianare il deficit hanno prodotto effetti negativi. Ma il c/economico, specie in carenza di qualificazione Champions, potrebbe continuare a soffrire.

    I 28 trofei vinti nei 28 anni del'era Berlusconi paiono uno sbiadito ricordo e la presenza, almeno sulla carta, di 4, forse 5 squadre meglio attrezzate dei rossoneri rendono titanica l'impresa di Inzaghi & co.    

    Attilio Rapaci

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