Calciomercato.com

  • Milan: quando i ritorni non funzionano

    Milan: quando i ritorni non funzionano

    "Il viaggio è un sentimento, non soltanto un fatto". Kevin Prince Boateng sta tornando, mosso anche dal sentimento che lo lega al Milan, a vestire la maglia rossonera. Come dichiarato ieri dal direttore sportivo dello Schalke 04, Horst Heldt, nei prossimi 10 giorni si risolverà tutto: il ghanese rescinderà con il club tedesco e, salvo sorprese, sarà un nuovo giocatore di Mihajlovic. A Milanello dal primo ottobre, l'ex numero 27 rossonero si è messo a disposizione del tecnico serbo, mettendosi in mostra nelle amichevoli infrasettimanali. Sulla tabella di marcia il suo contratto dovrebbe essere consegnato in Lega il 4 gennaio, così da essere convocabile già il 6 gennaio per la sfida contro il Bologna, giorno dell'Epifania (e della rinascita, calcistica, di Boateng).

    LA STORIA INSEGNA CHE... - Un ritorno che lascia dubbi sul piano tattico, dato il che 4-4-2 non prevede il trequartista e la mezzala, le sue posizioni predilette, e anche dal punto di vista storico. Al Milan, i ritorni non hanno mai funzionato. La storia è piena di esempi: da Gullit, di ritorno dalla Sampdoria, ai tecnici Sacchi e Capello, da Donadoni e Simone ai Palloni d'Oro Shevchenko e Kakà, protagonisti assoluti prima di andare via dal Milan per il Chelsea e il Real Madrid, comparse una volta tornati a casa. L'ucraino segnò 2 gol in 26 presenze, leggermente meglio il brasiliano con 9 gol in 36 presenze.

    RILANCIO IN COPPIA -  Voglioso di rilanciarsi, Boateng ha dimostrato, in passato, di avere la forza di ribaltare le partite (Lecce insegna). Per il momento ha ribaltato solo il numero, dal 27 al 72, ma proverà a rovesciare, con la sua energia, questa tradizione negativa. Magari insieme al compagno Balotelli...

    Altre Notizie