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  • Milan, questo André Silva deve giocare

    Milan, questo André Silva deve giocare

    • Daniele Longo
    Tra le poche note positive che la notte di Europa League ha portato in dote al Milan c'è Andre Silva. Il bello di notte, in tutta la sua eleganza tecnica e la sua freddezza sotto porta. Numeri da primo della classe: 5 tiri nella specchio, 4 gol in due partite nella fase a gironi, come lui solo  Kokorin dello Zenit San Pietroburgo e Plea del Nizza. Senza considerare la doppietta messa a segno nella sfida contro lo Shkendija, valida per i preliminari.

    ADESSO LA SERIE A - Se in Europa Silva sta trovando spazio e continuità di rendimento, lo stesso non si può dire per il campionato. Montella aveva messo in preventivo un periodo di ambientamento, per fargli capire che il trattamento riservato dai difensori italiani è diametralmente opposto rispetto ai colleghi portoghesi. Sono infatti solo 118 i minuti totalizzati, in due sole partite contro Crotone e Spal. Troppo poco per un attaccante costato la bellezza di 40 milioni e che ha dimostrato di avere la stoffa per diventare un grande centravanti. Andrè sa giocare spalle alla porta, ha una tecnica di base importante e fa gol. Deve migliorare l'intesa con i compagni e il gioco fuori dall'area ma può farlo solo mettendosi alla prova contro avversari più importanti dell'Austria Vienna e del Rijeka. Anche per quel discorso della patrimonialità della rosa, tanto caro a Montella, che deve essere valorizzata e non deupaperata.

    SCELTE DIFFICILI - Un po' per scelta, un po' per necessità Montella ha deciso di non avere un 11 base. Per fare sentire tutti i suoi ragazzi al centro del progetto, non emarginati. Un discorso condivisile per una squadra in costruzione ma non per una società che ha investito la bellezza di 230 milioni nell'ultimo mercato. Questo Milan ha bisogno di trovare una identià, delle certezze per non vedersi sopraffare da squadre qualitativamente inferiori ma più organizzate. Scegliere di volta in volta chi escludere tra Bonaventura, Calhanoglu, Suso, Kalinic e Andrè Silva è un esercizio difficile ma che tutti gli allenatori vorrebbero avere. E' sinonimo di squadra forte, ambiziosa. Una decisione difficile, ma necessaria, sarebbe quella di puntare  sull'ex Porto: per un attaccante avvertire la fiducia è fondamentale, Silva non è stato preso solo per andare avanti in Europa League. E con i colpi che ha, uno così non va tenuto fuori, a partire dalla gara di domenica contro la Roma. 

     

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