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Milan, adesso serve una rivoluzione

Milan, adesso serve una rivoluzione

Che la Roma fosse più forte e che potesse vincere i tifosi del Milan potevano accettarlo, che i giallorossi passeggiassero a San Siro però è un boccone amaro e difficile da digerire: 0-3 è un risultato severo ma giusto che mette a nudo la tragedia che si sta consumando in casa rossonera. Se la vittoria contro il Bologna aveva restituito un pizzico di morale alla truppa di Brocchi il ko di ieri sera è una vera e propria mazzata che spaventa il Milan in vista della finale di Coppa Italia: se la Roma ha vinto senza spingere sull'acceleratore, come possono i rossoneri pensare di reggere il confronto contro una Juventus che giocherà sul serio?

FALLIMENTO TATTICO - Due vittorie sofferte, due pareggi e due sconfitte meritate, questo lo score nelle ultime sei partite che condanna di fatto il cambio di modulo: il Milan non regge il 4-3-1-2, a prescindere dagli interpreti e dall'avversario i rossoneri non producono quel gioco invocato da Berlusconi e in difesa sono in costante apprensione. A inasprire ulteriormente la situazione arriva il fallimento di tutti gli esperimenti provati da Brocchi in vista della finale: Bertolacci e Mexes non sono stati recuperati, Romagnoli non è un terzino e anche Balotelli dopo un iniziale esplosione è tornato nella sua abulia. Lo stesso Locatelli ha sofferto il contesto tecnico e un San Siro logicamente ostile: le qualità ci sono, il rischio di bruciarsi in una situazione del genere pure; unica risposta positiva Donnarumma, che ha resistito per quanto ha potuto alle bordate di El Shaarawy e compagni. Chiude il cerchio il paradosso Bacca: il colombiano ha messo a segno il 18° gol personale, uno score positivo che assume ancor più valore considerato il livello di gioco espresso dal resto della squadra nel corso della stagione.

SERVE UNA RIVOLUZIONE - Al netto della finale di Coppa Italia, che in caso di vittoria potrebbe regalare per lo meno un titolo e la partecipazione alla prossima Europa League, il Milan è sempre più vicino alla sua terza stagione fallimentare consecutiva e la responsabilità ricade su tutte le parti in causa: a monte la confusione tra proprietà e dirigenza che ha portato all'esonero di Mihajlovic (una scelta criticata duramente dai tifosi e sconfessata dai risultati successivi al cambio in panchina), seguita dalla confusione tattica tra moduli e giocatori inadatti al progetto; per chiudere il rendimento nettamente al di sotto della sufficienza e l'impegno a intermittenza da parte dei giocatori. Il Milan è in caduta libera, serve una rivoluzione a fine anno: cessione della maggioranza delle quote, cambio ai vertici della dirigenza e programmazione di un nuovo progetto tecnico da seguire: è ora di creare un futuro, che i tifosi rossoneri al momento non riescono a vedere,

Twitter: @Albri_Fede90

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