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  • Milanmania: c'era una volta il Trofeo Berlusconi, c'era una volta Berlusconi

    Milanmania: c'era una volta il Trofeo Berlusconi, c'era una volta Berlusconi

    C'era una volta il "Trofeo Berlusconi", c'era una volta il binomio inscindibile Milan-Berlusconi. Il desolante scenario di San Siro in occasione dell'amichevole col San Lorenzo e l'assenza totale di componenti della famiglia è la fotografia più nitida della situazione in casa rossonera. Quella che una volta era la kermesse precampionato che serviva spesso per presentare ai tifosi milanisti il grande acquisto dell'estate (Nesta, Kakà, il Gilardino dell'epoca, solo per citare alcuni tra gli esempi più recenti) e l'occasione per confrontarsi con avversari di livello (prima della lunga sequenza di partite con la Juventus, erano state state affrontate anche Inter, Bayern Monaco e Real Madrid), oggi si è trasformata in un'amichevole infrasettimanale per pochi intimi, con contenuti tecnici piuttosto modesti e con una collocazione temporale bizzarra.

    DISINTERESSE TOTALE- In queste ore fanno notizia il ritorno al gol di Pazzini e la buona prestazione dello scontento van Ginkel, ma ciò che più deve fare riflettere è proprio il clamoroso forfait dato da Silvio Berlusconi, colui che ha voluto un torneo per onorare la memoria del padre Luigi, e della figlia Barbara, il componente della famiglia destinata nei prossimi anni ad ereditare lo scettro del comando. Motivi di natura politica da una parte, impegni famigliari dall'altra, ma un denominatore comune: la sensazione tangibile che il Milan non occupi più una posizione di primo piano nelle rispettive agende. Da una parte, un proprietario non più innamorato della sua creatura ed intenzionato ad investire capitali per mantenere la squadra sugli altissimi livelli a cui l'aveva portata; dall'altra, una dirigente ambiziosa che sta programmando il futuro del club e rimasta scottata dal primo tentativo di compiere la scalata andato a vuoto, col rivale di sempre Adriano Galliani che resta ad oggi il punto di riferimento della società.

    E I TIFOSI SE NE VANNO - In questo clima di disinteresse, impotenza e lotte intestine, il tifoso del Milan ha scelto da che parte schierarsi. Nemmeno le prime incoraggianti uscite stagionali della formazione di Inzaghi hanno convinto la gente a riabbracciare una causa che sarà sempre persa finchè si continuerà a pensare di "rinforzare" la squadra senza mettere la mano al portafogli e imbottendo la rosa di carneadi o ex grandi campioni. L'innalzamento del prezzo degli abbonamenti e il progressivo calo delle prestazioni di Torres e compagni ha finito per immalinconire ulteriormente un pubblico a cui da troppi anni non è più consentito nemmeno di sognare. Non in grande, nemmeno in piccolo. Come si pensa di tornare a calcare il palcoscenico della Champions League e ad immettere capitali freschi e vitali in cassa, se le campagne acquisti degli ultimi anni sono state sistematicamente all'insegna del risparmio e dell'improvvisazione? Provate a chiederlo ai 70.000 assenti di Milan-San Lorenzo, Berlusconi compreso...

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