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Milanmania: Menez e Balotelli senza vergogna, servono uomini da Milan

Milanmania: Menez e Balotelli senza vergogna, servono uomini da Milan

Non c'è retorica in quello che ci accingiamo a scrivere. Nel calcio, inteso come comunità di persone e comprendendo concetti come gruppo e spogliatoio, è fatto di regole non scritte molto semplici: finchè arrivano i risultati, è facile restare uniti e sentirsi un po' più amici l'uno con l'altro, ma non appena la tendenza si inverte negativamente lo scenario si modifica in maniera drastica. E' altrettanto comprovato dai fatti che soltanto un insieme di professionisti seri e persone con i piedi ben piantati per terra ha buone possibilità di raggiungere dei traguardi importanti, mentre per chi ragiona in maniera individualistica e non nell'interesse della squadra arrivare al successo è impresa molto più ardua.

MENEZ VIA DAL MILAN - Tutto questo preambolo per arrivare alla situazione del Milan di oggi, a cui è bastato perdere una partita dopo una serie utile di 9 gare per gettare al vento il lavoro delle precedenti settimane e riaprire i soliti dibattiti. Questa squadra fatica a giocare un calcio accettabile con continuità, siamo tutti d'accordo ma, al di là di una materia prima a disposizione la cui qualità è sotto gli occhi di tutti, anche in questo finale di stagione sta emergendo il limitato spessore umano dei calciatori guidati da Mihajlovic. Increscioso, inaccettabile l'episodio di insubordinazione che ha visto protagonista Menez, che ha già lasciato intendere di sentirsi fuori dal progetto per abbracciarne uno economicamente più stimolante (Cina o Premier League), mentre l'impatto impalbabile di Balotelli a gara in corsa ormai non fa più notizia. In un altro Milan, entrambi sarebbero stati allontanati da tempo con maniere molto decise.

APPAGAMENTO INACCETTABILE - Come non rappresenta più una novità la scarsissima personalità evidenziata da tanti giocatori rossoneri nel momento di prendersi la responsabilità di fare la giocata meno scontata o quella che traspare da dichiarazioni che nulla hanno a che vedere con la storia del Milan. Sentire importanti esponenti dello spogliatoio affermare che, dopo una serie positiva di risultati, la squadra ha avvertito inconsciamente una forma di appagamento mentale che ha portato alla sconfitta col Sassuolo e ai pareggi con Chievo e Lazio, rappresenta un affronto al blasone di questo club. Come se un sesto posto ancora tutto da difendere rappresentasse chissà quale risultato. La dimostrazione lampante che, prima dei campioni, mancano gli UOMINI da Milan e con una società in totale stato confusionale non è poi il caso di stupirsi più di tanto.
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Andrea Distaso

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