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  • Moggi: 'Juve-'ndrangheta? I più forti danno fastidio. Calciopoli? Pregavo di vincere senza aiuti, su Galliani...'

    Moggi: 'Juve-'ndrangheta? I più forti danno fastidio. Calciopoli? Pregavo di vincere senza aiuti, su Galliani...'

    L'ex direttore generale della Juventus, Luciano Moggi, ha parlato in una lunga intervista a Libero, partendo dal caso Juve-'ndrangheta degli ultimi giorni: "Quando uno è il più forte dà fastidio a tutti. Undici anni fa erano morti l'avvocato Agnelli e Umberto, era morto pure Chiusano, c'era un'eredità da dividere. Era un momento difficile e tutti si sono buttati contro la Juve. Oggi è tutto diverso. Nel 2006 mi hanno voluto incastrare. Se l' Avvocato e Umberto fossero stati in vita certe cose non sarebbero successe. È difficile da spiegare, tanto le cose le sanno o le hanno intuite tutti. Fatti delle domande: l' avvocato della Juve anziché difenderci chiese la retrocessione in Lega Pro della società. La domenica prima della partita pregavo Dio per vincere bene e senza aiuti, perché sapevo che gli arbitri sarebbero venuti intenzionati a farsi ben volere. È umano".


    GALLIANI FALSO AMICO - "Galliani? Giraudo pensava che fosse un amico, io non ci sono mai cascato. Ha tirato a fregarmi perfino quando morì Papa Wojtyla. Mi chiamò il ministro dell’Interno Pisanu per dirmi: ‘Slittiamo di un giorno il campionato’. Poi ho scoperto che Galliani aveva brigato per slittare di una settimana per recuperare Kakà infortunato in tempo per la gara di Siena. Per non parlare di quando Adriano era capo della Lega. La Juve giocava in Champions il mercoledì e lui ci metteva in campionato il sabato. Il Milan giocava il martedì in Europa ma in Italia solo la domenica".

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