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  • Mondiale a rischio per Messi e Ronaldo: così la Russia si scopre più povera

    Mondiale a rischio per Messi e Ronaldo: così la Russia si scopre più povera

    • Giorgio Baratto, inviato a Madrid
    Mancano 90 minuti di gioco, più eventuali ripescaggi, perché molti dei verdetti su chi andrà, o non andrà, al Mondiale di Russia 2018 diventino definitivi. Tra le squadre a rischio esclusione risaltano compagini che hanno fatto la storia del calcio recente e, soprattutto, nomi che sono l'essenza del calcio giocato di questa ultima decade. Su tutti, l'Argentina di Leo Messi e il Portogallo di Cristiano Ronaldo, che in caso di mancata vittoria nelle ultime sfide del girone di qualificazione potrebbero rischiare di non disputare la fase finale della Coppa del Mondo.

    NON CI RESTA CHE VINCERE - Quando si parla di gironi di qualificazione non è mai situazione desiderata quella in cui si ha un solo risultato a disposizione per poter sperare di passare alla fase successiva. Eppure è quello che tra pochi giorni dovranno fare Argentina e Portogallo a cui resta una sola alternativa: vincere. Certo, esiste sempre la posssibilità del ripescaggio e dello di spareggio, ma non è certo la soluzione migliore, per maggiori informazioni chiedere a Giampiero Ventura. E se le nazionali di Messi e Ronaldo scenderanno in campo cercando i tre punti contro Ecuador e Svizzera, rispettivamente, a ritrovarsi con l'acqua alla gola ci sono altri campioni che rischiano di perdersi l'appuntamento di Russia 2018. In una situazione molto simile ad Argentina e Portogallo, infatti, ci sono la Croazia di Luka Modric - costretta per lo meno a un pareggio in Ucraina; il Galles di Gareth Bale - che non sarà in campo nell'ultima sfida decisiva contro l'Irlanda; a rischio anche la Francia di Griezmann e Pogba, anche se per i transalpini è sufficiente vincere in casa contro la Bielorussia per staccare il biglietto per la Russia; situazione disperata per l'Olanda che per sperare deve battere per 7 a 0 la Svezia. Paradossalmente l'Italia è più tranquilla, il suo posto per il ripescaggio lo ha già conquistato.

    48 ANNI DI ALBICELESTE - L'eventuale eliminazione dell'Argentina, oltre a privare il Mondiale di uno dei più grandi giocatori di sempre, anche se con la nazionale non ha mai brillato, sarebbe un vero e proprio dramma per l'intera nazione e un evento di portata storica, visto che da Messico 1970 la Albiceleste ha sempre partecipato alla fase finale; diverso il discorso per i neo campioni d'Europa del Portogallo e della sua stella più brillante, Cristiano Ronaldo, che non possono vantare una partecipazione simile a quella degli argentini ma non raggiungere il Mondiale dopo aver vinto per la prima volta l'Europeo, e potendo vantare il giocatore portoghese più titolato della storia, sarebbe un vero e proprio fallimento, se non altro morale.

    MONDIALE SENZA STELLE - Non si può negare che se Messi e Ronaldo, vincitori delle ultime 9 edizioni del Pallone d'Oro - e ci sono le premesse che CR7 vinca anche quest'anno raggiungendo a quota 5 l'argentino - dovessero essere eliminati, il Mondiale di Russia 2018 perderebbe in qualità tecnica. È vero, utilizzando stereotipi che con il passare degli anni si stanno trasformando in realtà accertate, che "non esistono più le squadre materasso"; che "il divario tra le piccole e le grandi squadre si sta livellando", però pensare che i due giocatori che si contendono l'effimera palma di "miglior giocatore del Mondo" non siano presenti alla massima competizione dedicata al calcio, indubbiamente renderà il Mondiale di Russia un po' più povero. E non solo a livello tecnico. In un mondo in cui lo sport è sempre più legato alle sponsorizzazioni e agli interessi economici, perdere stelle di prima grandezza potrebbe far ripensare il livello d'investimenti, decisi a "scatola chiusa", dei principali patrocinatori. Per intenderci, gli sponsor di Russia 2018 non possono certo fare un passo indietro solo perché Messi o CR7 al Mondiale non ci saranno, ma che gli spettatori di tutto il mondo, la cui presenza davanti al video è il principale investimento economico per gli sponsor di ogni evento sportivo trasmesso in mondovisione, preferiscano vedere in azione i loro idoli rispetto alla futura promessa che, al momento, nessuno conosce, è innegabile. Chissà se in futuro i contratti delle sponsorizzazioni non cambino, e che gli sponsor decidano di inserire delle clausole basate sulla partecipazione o meno di un giocatore, per proteggere i propri investimenti. Se dovesse succedere, visto il mero business in cui si è trasformato il calcio oggigiorno, credo che nessuno avrebbe nulla da obiettare.

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