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  • Montecalvo: 'Ecco perché il Milan ha venduto Ibra e Thiago Silva'

    Montecalvo: 'Ecco perché il Milan ha venduto Ibra e Thiago Silva'

    • Vincenzo Vitiello

    Fabio Montecalvo, presidente della WFM, World Football Management e della FM Communications, azienda che si occupa di comunicazione, di marketing internazionale e di consulenza verso società, come ad esempio Arsenal e Real Madrid, in esclusiva ai microfoni di Calciomercato.com, ha analizzato il particolare momento che sta vivendo il calcio italiano, la proiezione in campo europeo della Juventus, il big match del prossimo turno di campionato tra la squadra bianconera ed il Napoli oltre alle possibilità che hanno Milan ed Inter di recitare un ruolo importante nel campionato di serie A:

    Un calciomercato povero ha prodotto un campionato diverso dai precedenti: molte società hanno investito poco ed alcune big, attualmente, risentono di un organico parzialmente incompleto senza ulteriori top player necessari ad ottenere grandi risultati in tempi brevi.  Secondo il suo parere vi è stato un adeguamento al 'Fair play' finanziario voluto da Platini oppure, dietro l'angolo, vi è qualche altro aspetto legato ai bilanci in rosso di molti club?

    'Il fair play finanziario, secondo me, non c'entra assolutamente nulla con il ranking degli investimenti sul calciomercato. Sta incidendo e ha inciso molto il discorso relativo ai bilanci, perchè tutte le società hanno stretto la cinghia e sono state costrette a farlo. Pensiamo agli investimenti che negli anni ha sempre fatto il Milan, rendendo la squadra competitiva. Nel momento in cui il presidente Berlusconi si secca, chiude i rubinetti ed è disposto a cedere due top player come Ibrahimovic e Thiago Silva, non rimpiazzati con altrettanti investimenti pesanti, vuol dire che quello è un segnale della crisi del mercato italiano. Il calciomercato italiano è molto povero, fatto di scambi, fatto più di operazioni in uscita. La Juventus, invece, è l'unico club che ha messo mano al portafoglio completando la ricostruzione. Credo, però, che per i bianconeri sia stato un fatto dovuto. In questo momento, ritengo che la Juve sia l'unica squadra in formato 'made in Europe', perché ha investito sia sui giocatori sia sulla sua struttura come accaduto con lo stadio di proprietà, un valore aggiunto al fare business che aiuta a migliorare il bilancio societario'.

    La Juventus si è proiettata, con un passo veloce, verso l'Europa vestendo, attualmente, i panni continentali che un pò di tempo fa appartenevano al corredo della Vecchia Signora. Il Napoli, nelle intenzioni, di De Laurentiis, vorrebbe percorrere la stessa strada ma con altre tappe di avvicinamento. Il 20 ottobre andrà in scena un big match molto significativo per vari aspetti: Juventus - Napoli.  Stiamo perdendo una buona occasione, reiterando polemiche fuori luogo ed eccessive tensioni dovute alla storica rivalità tra gli azzurri ed i bianconeri,  per gratificare due club che oggi stanno rappresentando, forse, il nuovo che avanza nel calcio italiano?

    'Assolutamente si, stiamo perdendo del tempo. Il primo passo indietro, credo, dovrebbero farlo proprio i rispettivi presidenti. Con tutto il rispetto che ho per De Laurentiis ed Andrea Agnelli credo, ad esempio, far partire il fair play finanziario va bene ma il fair play dell'etica e della deontologia professionale deve partire da chi rappresenta le società. Ricordo che quando c'era  l'amico Luciano Moggi, ad un certo punto, non parlava nessuno e si parlava solo dopo la partita cioè non si andava a fare guerre scintillanti per poi, magari, avere dei problemi che si possono ripercuotere anche sulla tifoseria. Sappiamo bene che in Italia abbiamo i soliti problemi poi se ci sono gli scontri allo stadio non è colpa di De Laurentiis ne di Agnelli però le società devono cercare di mantenere quella aplomb e la calma agonistica necessaria per poi concentrarsi sul campo per raggiungere i risultati e per tenere a bada anche le tifoserie. Juve e Napoli sono due grandi realtà; il Napoli ancora di più nel senso che sicuramente  ha un risvolto inferiore rispetto alla Juve come storia però bisogna rivolgere un grande plauso a De Laurentiis che sta costruendo una squadra molto competitiva. Confermo che Juve e Napoli dovrebbero essere più unite sotto il punto di vista dei rapporti interpersonali ed a livello si società e dare più spazio al campo che, poi, è quello che decreta quale è la squadra più competitiva'.

    Cosa si aspetta dal big match Juventus - Napoli?

    'Da juventino, logicamente, spero che vincano i bianconeri. Sarà una partita combattuta perchè, sicuramente, il Napoli è competitivo ed ha tutti i requisiti per poter fronteggiare la migliore Juventus. La Juve, ovviamente, ha qualche marcia in più, è stata costruita proprio con una marcia in più, secondo me, quindi la vedo avvantaggiata ma il Napoli lo vedo assolutamente alla pari'.

    Le squadre milanesi, nonostante siamo ad inizio campionato, sono già out?
    'Milan ed Inter, purtroppo, vengono subito un passo indietro. Prima l'Inter che, con la vittoria nel derby, ha migliorato la posizione in classifica. La squadra neroazzurra si sta amalgamando. Devo fare un complimento all'amico Stramaccioni perchè è  riuscito veramente a rendere solido il gruppo, ha trasmesso anche il giusto affiatamento. Al Milan, purtroppo, manca la saggezza dei senatori che non ci sono più e che potevano essere lo scudo, la barriera di Allegri. Quando in squadra non hai più Gattuso, Seedorf e Nesta oltre al campione manca l'uomo. Credo che al Milan manchi uno zoccolo duro, sempre avuto dalla compagine rossonera, costituito da persone sagge che possano essere il punto di riferimento della squadra'.


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