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  • Montella: 'Juve? Il Milan era il mio sogno da bambino, fatemelo godere'

    Montella: 'Juve? Il Milan era il mio sogno da bambino, fatemelo godere'

    Vincenzo Montella, allenatore del Milan, è stato ospite alla "Domenica Sportiva" su Rai 2 e ha parlato di diversi argomenti. Ecco le sue dichiarazioni: 

    SU DONNARUMMA - "Donnarumma? Il destino dei grandi campioni è essere criticati, ma non ha fatto errori grossolani, ha fatto partite da fenomeno e tutti si aspettavano che fosse la nornalità"

    SU LOCATELLI - "Ha dimostrato di avere personalità, l’ho tenuto fuori per un problema accusato in settimana. Per i giudizi definitivi bisogna aspettare la fine, siamo partiti da una ricostruzione: nelle ultime partite noi siamo cresciuti moltissimo, abbiamo padronanza del gioco, personalità e nonostante tutto non abbiamo fatto punti. Il nostro obiettivo minimo è l’Europa. Rinforzi? Tutte le squadre sono migliorabili, anche la Juventus ha cambiato nonostane abbia sempre vinto negli ultimi 5 anni".

    SUL MODO DIVERSO DI ALLENARE - "Io sono giovane, alleno da pochissimo, mi auguro di avere sempre la predisposizione a migliorare. Un allenatore deve portare avanti un’idea in funzione dei giocatori che hai a disposizione. Poli? Io faccio delle scelte, non è facile accontentare tutti e mi dispace per Andrea".

    SU BACCA - "Lui non è un problema, lo è perdere. Mi aspetto di più da lui, come da me stesso. Ci sta un momento di flessione: deve stare sereno e lavorare come sta facendo. Lui e Lapadula non li vedo insieme, per le diverse caratteristiche di entrambi, a meno che non ci sia un’emergenza".

    NIANG – "Quando stava bene era un giocatore importante, cosi come Bonaventura: dovendo però valutare la crescita della squadra bisognava fare altre considerazioni. I numeri sono importanti ma non sempre dicono tutto". 

    SULLA JUVE - "Io alla Juve? Sono appena arrivato al Milan, fatemelo godere: era il mio sogno da bambino. Nazionale? Mai contattato"

    SULLA SAMP - "Scelsi la Samp dopo un lunghissimo corteggiamento e perché sono legatissimo ai blucerchiati. Essendo un giovane allenatore smaniavo per tornare al lavoro dopo mesi di inattività. Mi è dispiaciuto per come sono andate le cose, frutto anche del mercato invernale, ma sono contento che alla fine sia arrivata la salvezza. Non ho scelto la Samp per liberarmi dalla Fiorentina o perché mi sentivo prigioniero dei viola: volevo smettere di essere pagato per stare fermo e ributtarmi in pista".

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