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  • Mou nella bufera, tra presunte faide interne e attacchi alla classe arbitrale
Mou nella bufera, tra presunte faide interne e attacchi alla classe arbitrale

Mou nella bufera, tra presunte faide interne e attacchi alla classe arbitrale

  • Antonio Moschella

Bisogna tornare al lontano settembre 2005 per vedere il Real Madrid, allora allenato dal brasiliano Vanderlei Luxemburgo, in una posizione così bassa nella Liga. I 7 punti finora messi in cascina dalla squadra di Mourinho sono frutto di due vittorie, una sconfitta e un pareggio, eppure a parte la stracciante vittoria di Zaragoza della prima giornata non si è visto né bel gioco né armonia.

Mourinho, come sempre catalizzatore di tutte le attenzioni, si è più volte scagliato contro il rendimento dei suoi giocatori, dal punto di vista tecnico e dal punto di vista comportamentale. L’allenatore portoghese, che si erge ad assoluto protagonista della squadra e della società, con Jorge Mendes como fido scudiero a curare i suoi interessi, non si dedica esclusivamente alla disposizione tecnico – tattica della squadra bensì risalta per la manipolazione psicologica verso i suoi giocatori: su tutti Khedira. Il mediano tedesco è stato il capro espiatorio della sconfitta di Valencia contro il Levante, alla fine della quale lo Special One gli ha puntato il dito contro indicandolo come “colui che è caduto nella trappola della bagarre”. Eppure tale trappola gli si è ritorta contro: l’ex allenatore dell’Inter aveva impostato il match sullo scontro fisico e sui nervi, con l’unico diktat di fare pressione sull’arbitro qualunque cosa accadesse.

Il risultato finale lo conoscono tutti: il Real Madrid continua a macchiare la sua reputazione a base di risse e scontri verbali e l’immagine di Florentino Pérez che consola Mou nel dopo partita suona a pantomima, a sceneggiata, mentre lo spogliatoio è diviso tra i pretoriani del portoghese e coloro che non condividono i suoi metodi.

È molto che un icona come Casillas non prende la parola, mentre a difendere gli interessi del club c’è l’irruento Pepe ed anche quando si vince Cristiano Ronaldo spara a zero su suoi avversari asserendo che se lo falciano in continuazione è perché è “forte, bello e ricco”.

Dieci anni fa erano i galacticos, ora l’impulsività di instaurare un progetto mondiale per asfaltare i rivali del Barça rischia di far esplodere davvero la galassia, facendola in mille pezzi…

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