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  • Mura: lasciate in pace Balotelli, non chiedamogli ciò che non può dare

    Mura: lasciate in pace Balotelli, non chiedamogli ciò che non può dare

    • Gianni Mura

    Balotelli è un imbecille? Balotelli è ancora degno della maglia azzurra? Riprendo gli ultimi commenti alla non chiarissima né felicissima twittata di Balotelli. Stavolta, sento di doverlo difendere dall'ennesima tempesta che s'è innescata su una frase. Se Balotelli, come molti altri calciatori fanno, si degnasse di parlare ogni tanto nostro tramite, taccuino o microfono, forse non ci sarebbe bisogno di andare a sviscerare ogni sua virgola come fosse una poesia ermetica. Ma questo suo esprimersi è comune a una generazione, chiudiamo qui.

    Non chiudiamo invece con la camorra. Con tutto il rispetto che meritano una parlamentare e un prete che contro la camorra si battono davvero, ogni giorno, e oltre a loro le forze dell'ordine, i magistrati, la tantissima gente per bene, mi pare che stavolta non sia proprio il caso di fare una crociata. Si sta esagerando l'importanza di Balotelli, sia come calciatore sia come simbolo. E non da oggi. Questo almeno è il mio parere.

    Non è lui che s'è caricato sulle spalle la Nazionale e l'ha portata in Brasile. Delle partite di qualificazione ne ha giocate la metà, e non tutte all'altezza della sua fama e del suo ingaggio col Milan. Ha 23 anni, grandi numeri e grandi sbalzi d'umore e di rendimento. Non c'è bisogno di spiegargli cosa sia il razzismo: ci convive da quando è nato e ancor più da quando ha cominciato a tirare calci a un pallone.

    Ma non è Thuram. Thuram ha studiato la storia dell'Africa, dai Faraoni all'isola di Goree, sa di Lincoln e di Mandela. Thuram, sul campo e fuori, è un vero protagonista della lotta contro il razzismo. Balotelli no, tant'è che all'incontro con il ministro Kyenge non s'è presentato. È ignorante, nel senso che non sa, o non ancora. Idem per la camorra.

    Tu non gli chiedere quello che non può dare, cantava Luigi Tenco in Ragazzo mio.

    Si riferiva all'amore, ma vale per chiunque, Balotelli compreso. Lo difendo, in questo caso, perché in una battaglia, di civiltà e culturale, si possono arruolare solo volontari consapevoli e motivati, altrimenti è un'operazione di facciata. Sarebbe utile Balotelli come testimonial? Sì, a patto che ne sia convinto.

    Altrimenti, meglio che si chiami fuori, come ha fatto twittando. È un esempio per i nostri figli? Non lo so. Per la cresta, forse, o per l'invidia della Ferrari, non certo per il pensiero, che raramente trasmette. Insomma, non chiediamo a Balotelli quello che non può dare. E non gareggiamo sempre a chi fa il titolo più grosso per quello che dice o non dice Balotelli, che fa o non fa Balotelli.

    Perché rischiamo di sminuire, riservando a lui tutta l'attenzione, il bel gesto della Nazionale che va ad allenarsi sul campo della Nuova Quarto, che una battaglia per la legalità la porta avanti con la scritta sulle maglie e non solo. Prandelli ha portato i suoi a Rizziconi, li porterà a Lampedusa. La testimonianza corale è quel che conta e dobbiamo essergliene grati. A tutti, perché dal capitano Buffon alla recluta Florenzi a Quarto c'erano tutti. Incluso Balotelli.

     


     


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