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  • Napoli, altro che silenzio stampa: la Uefa impone di parlare
Napoli, altro che silenzio stampa: la Uefa impone di parlare

Napoli, altro che silenzio stampa: la Uefa impone di parlare

  • Giovanni Scotto
Silenzio stampa in casa Napoli? Magari un’altra volta, e di certo non in Europa. Mentre il presidente De Laurentiis può beffare le tv non mandando nessuno a parlare (e pagando qualche penale) con la Uefa non si scherza. Gli accordi di partecipazione al torneo sottoscritti sul modulo di iscrizione parlano chiaro: le società sono obbligate ad avere rapporti con i media e a consentire la visione ai giornalisti di almeno 15 minuti di allenamento di rifinitura, salvo motivi indipendenti dalla volontà del club.

Il concetto di “silenzio stampa” non è neanche preso in considerazione dalla federazione europea. Il Napoli ci ha provato a proseguire il silenzio anche in ambito Uefa, ma non ci sono margini. Anche volendo a tutti i costi “disobbedire” si sarebbe andato incontro ad una diffida col rischio di sanzioni più pesanti di una semplice multa da pagare. Dietrofront quindi, e ieri nel programma ufficiale della vigilia è comparsa la conferenza stampa di Benitez e un giocatore prevista alle 18,30 al Wolksvagen Stadion e alle 19 il solito quarto d’ora di allenamento aperto alla stampa. Benitez e i giocatori dovranno anche parlare dopo la partita.

Non ci saranno scuse di aerei che devono partire perché il Napoli rimarrà in Germania fino a venerdì, quando farà rientro in Italia prima di prepararsi alla trasferta di Cagliari. È probabile che il regime del silenzio torni prima della partita contro i sardi, e forse anche dopo il match. In ogni caso, se le prossime due partite andranno bene (De Laurentiis aveva chiesto tre vittorie, una già è arrivata con la Fiorentina) è probabile che dopo la gara col Cagliari sarà annunciata la fine del ritiro.

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