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  • Napoli da scudetto. Mertens: 'Sarri un comandante'. Callejon: 'Noi i più belli'

    Napoli da scudetto. Mertens: 'Sarri un comandante'. Callejon: 'Noi i più belli'

    La flessione del Napoli è momentanea e presto il club allenato da Maurizio Sarri tornerà non solo a far vedere il bel gioco che lo ha reso celebre fino ad oggi, ma anche a conquistare le vittorie che lo lanceranno verso lo scudetto. Ne sono certi i due attaccanti Josè Maria Callejon e Dries Mertens che intervistati da Corriere dello Sport e Corriere della Sera rispettivamente non si sono tirati indietro davanti all'obiettivo stagionale. 

    CALLEJON - "E’ una flessione momentanea e umana, con tante partite in rapidissima successione. Ci può stare che accada e non bisogna farne un dramma.  E' vero che siamo meno travolgenti che in settembre o in ottobre. Ma toccherà anche agli altri. La Juve ci ha semplicemente battuto senza che lo meritassimo. E’ una sconfitta che fa male, per come è maturata ma anche perché ci ha tolto la possibilità di staccarli in maniera ragguardevole. Però non ne abbiamo fatto un dramma, né vivremo con quel tarlo dentro. E' una sconfitta. E basta. Scudetto? E' una corsa a 5, siamo tutte lì in otto punti, gli scontri diretti si sono quasi tutti giocati ed hanno sottolineato uno straordinario equilibrio. I più belli siamo noi. E lo dico senza presunzione. Chi ci vede giocare, si diverte. Ma garantisco che accade la stessa cosa a noi che siamo in campo: avvertiamo un senso di allegria, che dà energia. La Champions? Chi gioca al calcio a certi livelli vuole giocarla. Però bisogna accettare il risultato del campo, gli altri sono stati più bravi".


    MERTENS - "Chi vince a fine anno fra Juve, Napoli, Inter e Roma? L’ordine di questo elenco non mi piace troppo. Facciamo così, invertiamo le prime due squadre. Noi siamo lì, a un punto. Possibile che due pareggi e una sconfitta rimettano in discussione tutto? Siamo in corsa e fino alla fine proveremo a vincere. Io ho fatto un patto con la città che aspetta di vincere qualcosa da trent’anni. Sono rimasto a Napoli per questo. Questa è una squadra forte, in cui credo fermamente. Allenata da un comandante, uno che ha cambiato la vita a tutti. Sarri ci ha trasferito il suo modo di intendere il calcio, una filosofia che ci contraddistingue dagli altri e che ci fa esprimere il nostro gioco nel migliore dei modi: se teniamo la palla, comandiamo sempre noi. Crisi gol? Non sono il centravanti che vive solo per il gol. Lavoro con e per la squadra. Un assist, se vinciamo, ha lo stesso valore di un gol. Questo è un momento difficile, è successo e non mi sembra che abbiamo perso troppo terreno. Davanti a noi c’è solo l’Inter, siamo a metà del cammino. Non so se ci riusciremo, ma il nostro obiettivo resta lo scudetto. Serve più imprevedibilità, non siamo stanchi, siamo diventati vittime del nostro gioco: le squadre ormai ci conoscono, dovremmo cambiare qualcosa. Champions snobbata? Abbiamo dato tutto, invece. Come faremo in Europa League. Nel calcio, poi, non tutto fila sempre liscio, ci sono gli episodi che non sono girati a nostro favore. Sono rimasto a Napoli perché ho creduto in questo gruppo, nella forza di Sarri e del progetto. Potevo guadagnare molti più soldi in Cina, ma questa città è un po’ la mia città, i tifosi meritano di vincere. Ci stiamo provando e speriamo di riuscirci".


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