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  • Napoli formato Real, Spalletti sbaglia con Salah: Juve, è match point scudetto
Napoli formato Real, Spalletti sbaglia con Salah: Juve, è match point scudetto

Napoli formato Real, Spalletti sbaglia con Salah: Juve, è match point scudetto

  • Giancarlo Padovan
Nel finale schiumante sarebbe potuto cambiare il risultato (due legni per la Roma), non la sostanza. Sarri ha fatto giocare il Napoli meglio dell’avversario, Spalletti ha sbagliato a non partire con Salah al posto di El Shaarawy (ormai in netta involuzione), buttando un tempo. Il resto lo hanno fatto la stanchezza della Roma (anche in questo Spalletti ha torto) e gli errori difensivi giallorossi.  Al contrario delle ultime circostanze, il Napoli ne è stato esente (Reina, Koulibaly e Albiol tra i migliori).

Certo, i due gol degli azzurri li ha segnati Mertens e questo è un merito del belga. Tuttavia non si è trattato di prodezze individuali, ma dello sviluppo di azioni collettive nelle quali l’assist non è stato per nulla secondario: nel primo caso è stato di Hamsik, nel secondo di Insigne.

Ma non basta: il Napoli ha battuto la Roma, disinnescandola per tre quarti di partita e mettendole addosso un pressing continuo che veniva attuato, prima di altri, dagli uomini dell’attacco.

Ho la netta sensazione che l’apice del rendimento della squadra di Spalletti sia stato raggiunto domenica scorsa, a San Siro, contro l’Inter. E che nel derby di Coppa Italia e con il Napoli sia calato bruscamente per cause natutali: l’energia resiste in molti calciatori (Nainggolan, Juan Jesus, Rudiger), ma è venuta meno la brillantezza in molti altri. L’unico che ne aveva, secondo me, era Salah, ma  Spalletti l’ha tenuto in panchina per 52 minuti. Dzeko, per dire, sembra appesantito. In realtà l’appannamento è dovuto al numero di impegni ravvicinati che lui, come altri, faticano a sopportare (Fazio un esempio). 

Poi c’è la questione tattica. Esattamente come con la Lazio, la Roma ha sofferto l’aggressione ultraoffensiva e le “schermature” sui possibili portatori di palla (De Rossi, Strootman, anche Nainggolan), non  trovando mai lo spazio per il palleggio e la trama. Ha fatto specie, soprattutto nel primo tempo, vedere la Roma lanciare lungo (lo facevano i due centrali, ma anche il portiere) per cercare la testa di Dzeko e la spizzata conseguente. Una soluzione che, di sicuro, Spalletti detesta perché ne rivela i limiti.

Il Napoli è stato quasi perfetto, tanto da farmi pensare, ancora una volta, che giocando con questa intensità, la qualificazione in Champions possa essere possibile. Contrariamente alle previsioni, Sarri ha schierato Callejon, Mertesn e Insigne davanti. L’allenatore ha avuto ragione non solo per i due gol del belga, ma anche perché la velocità sul breve del terzetto ha spesso messo in difficoltà la linea difensiva (a quattro) della Roma. Alcuni commentatori hanno insistito sull’alta qualità dei giocatori del Napoli. Per parte mia, non posso che confermare, ma con un distinguo: nel calcio, la qualità va coniugata con destrezza e rapidità e il Napoli attuale è dotato di tutte queste virtù. Se ad esse aggiungiamo Rog che, oltre a qualità e velocità, è anche forza allora capiamo perché questa squadra non debba precludersi gli obiettivi più ardui.

La partita è stata bella dalla metà del primo tempo in avanti, cioè dopo il primo vantaggio degli azzurri. Fino a quel momento, la Roma aveva fatto poco (gol giustamente annullato a Perotti per fallo di mano) e pochissimo ha fatto dopo (tiro alto di Strootman da dentro l’area). Meglio il Napoli in tutto: ordine tattico, compattezza, ripartenze. In una di queste - una costante per l’intera partita - Mertens ha incocciato in Fazio, prima di essere smarcato, ancora una volta in area, da Hamsik. Il gol annullato al belga mi ha lasciato più di qualche dubbio. 

Applausi, invece, al contropiede che ha fulminato la Roma ad inizio di ripresa (4’). Fazio, suo malgrado, è stato complice due volte. Prima perdendo palla in disimpegno, poi ignorando Mertens che gli si è materializzato alle spalle sull’assist di Insigne. 

La Roma ha provato subito a rientrare in partita (7’, destro a giro di Perotti, deviato da Reina), ma è stato il Napoli - occasioni alla mano - a restare pericoloso: un suggerimento di Callejon per Mertens è stato sventato da Rudiger con un intervento assai plastico. Poi è stato Szczesny a negare a Rog la gioia del gol e di chiudere la partita a beneficio della propria squadra. 

Negli ultimi nove minuti (dal 41’ al 50’) si è giocata tuttta un’altra partita. E l’ha fatta solo la Roma. Prima il palo di Salah, poi il gol di Strootman (assist di Perotti), infine la traversa interna su tiro di Perotti, deviato sia da Koulibaly, sia da Reina.

Poteva essere pareggio. Ma non sarebbe stato giusto. Il Napoli adesso è a meno due punti dal secondo posto e la Juve, contro l’Udinese, ha l’occasione per allungare e, forse, per chiudere l’argomento-scudetto.

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