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  • Napoli, Giuntoli ha un segreto...
Napoli, Giuntoli ha un segreto...

Napoli, Giuntoli ha un segreto...

  • Fernando Pernambuco
Fra  star, presenzialisti, presidenti  protagonistici, trombettieri digitali, esibizionisti, nel mondo del calcio non c’è che l’imbarazzo della scelta. L’ultima riguarda quel “galantuomo” di Maradona che “twitta” o “instagrammizza”  se stesso con una maglietta recante un fotomontaggio di Baltter e Platini con la scritta “Due ladri”. Per la serie: “Chi è senza peccato, scagli la prima pietra”. Fuori dal campo non ha mai dato gran prova di sé e uno con un guardaroba carico di armadi pieni di scheletri dovrebbe avere il buon gusto di non dare giudizi sulla moralità altrui. Ma l’esibizionismo, soprattutto mediatico, non ha freni.

Esistono, comunque, in questo stesso mondo calcistico persone che, all’ opposto, sanno essere non personaggi. Magari paradossalmente lo diventano perché non lo sono. Proponiamo come non personaggio dell’ anno Cristiano Giuntoli, all’esordio quest’anno, come DS del Napoli. Prima di approdare nel golfo partenopeo, Giuntoli era stato uno degli artefici della scalata del Carpi dalla C2 alla serie A. Poi il grande salto, in sintonia con Sarri, verso una squadra di spessore internazionale. Quante sue dichiarazioni, interviste o apparizioni avete letto o visto? Non si contano sulle dita di una mano. D’accordo, quando le cose vanno bene è facile essere più sobri, ma i trionfalismi sono sempre in agguato, così come le invettive del resto, nel caso contrario.

Di Giuntoli si sa poco. Difensore di ruolo, esordisce nel 1990 nel Prato, ma è nella Colligiana di Colle Val d’Elsa che marca la sua carriera. L’Imperia è la squadra in cui gioca più a lungo, il Savona quella in cui, nel 1978, termina una vicenda sportiva che non resterà negli annali del calcio. Ma come dicevano  i suoi allenatori, “Cristiano era nato dirigente”. Laurea all’Isef , patentino da allenatore B-Uefa e master di direzione sportiva a Coverciano. Quando arriva a Carpi nel 2009 come secondo di Costi, ha già le idee chiare sulle principali cose da fare, che metterà in pratica l’anno successivo, in veste di responsabile di tutta la struttura tecnica.

Il suo perfezionismo si compendia nell’ osservazione: “Giuntoli verifica perfino l’altezza del tagli dell’erba del campo di allenamento.” Fissato con le caratteristiche fisiche dei calciatori, formula un suo vangelo elementare quanto chiaro: “Io prendo ragazzi gratis dai dilettanti. Li scelgo grossi e pesanti oppure piccoli e agili: in un’orchestra servono i tromboni e i violini”. Ma serve anche un direttore che sappia loro far fare gli esercizi per suonare (giocare) ovvero un bravo preparatore atletico. Il caso vuole che Andrea Nuti, preparatore dell’Inter del triplete sia disoccupato. Giuntoli non se lo fa scappare e da lì inizia il cambio di passo del Carpi.

Quando annuncia il suo passaggio al Napoli, qualcuno ci resta male, però i tifosi e la città gli si stringono intorno. Su un profilo facebook a lui dedicato tutti gli augurano  un radioso futuro, le signore annunciano che rimpiangeranno la sua bellezza e se qualcuno osa insinuare come tanta avvenenza sia già offuscata da un’incipiente pinguedine viene subissato da improperi.

A Napoli incontra qualche difficoltà. Intanto gli dicono che assomiglia a Schettino e più d’uno esorcizza in  un  modo platealmente poco raffinato. Il caso Soriano è un tira e molla invero non brillante, De Guzman rifiuta polemicamente i trasferimenti. Ma per il resto, Giuntoli è bravissimo a vendere o prestare (Britos, Zapata e Inler, in scadenza, per ben 7 milioni). Di contro arrivano Reina, Allan, Hysaj, Valdifiori…

Comunque il vero capolavoro di Giuntoli è, appunto, quello di non apparire, di tacere e saper restare nell’ ombra. Un’ombra vastissima, capace di aleggiare su chilometri di panorama: quella dell’ imperatore Tiberio/De Laurentis. Passi per Sarri che contrattualmente deve presentarsi in televisione e nelle conferenze stampa, ma per gli altri no. Se si è primi in classifica il merito è principalmente del Presidentissimo, che non a caso di divismo se ne intende, essendo un produttore cinematografico. Ma divo vuol dire divino. Status  divino, come quello degli imperatori romani usi a tagliar la testa degli amici che osavano avere troppo successo. Giuntoli questo lo ha capito subito e preferisce restare allo status umano, quindi tace.
 

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