Napoli, il baby Tutino: 'Marotta mi voleva alla Juve. E pensare che facevo danza classica...'
"Al Napoli ho imparato tanto soprattutto da Hamsik, un professionista esemplare - racconta Tutino -. Lo dico perché l'ho visto con i miei occhi, a volte qualcuno neanche può immaginare cosa ci sia dietro un campione. Quest'estate pensavo 'lui è il capitano ed è sempre il primo ad entrare in campo e sta in silenzio, io non sono nessuno e penso già di essere arrivato'. Così ho capito che dovevo cambiare. E poi c'era Cavani: ricordo che in un'esercitazione undici contro zero buttava dentro ogni palla che gli arrivava, facendo innervosire De Sanctis. Una volta, in allenamento, feci due dribbling a Behrami, aspettandolo per il secondo. Poco dopo lui mi falciò, entrandomi sulle gambe. Mazzarri fischiò la fine dell'allenamento, Cannavaro e Grava mi difesero. E Behrami mi disse 'hey bimbo, io ho 30 anni e non mi faccio prendere in giro da te'. Alla fine però tutto si risolse per il meglio e la prendemmo a ridere. Le voci di mercato? Il mio procuratore mi disse che c'era una squadra inglese che mi voleva. E poi una volta Marotta mi chiamò, quando io ero in scadenza. Mi disse che se il Napoli non mi avesse prolungato il contratto avrei potuto firmare con la Juventus. Poi la società mi propose un triennale e io non esitai neanche un secondo, volevo restare in azzurro. Del resto mio padre mi portava allo stadio quando il Napoli era in Serie C, andavo nei distinti. Ho un fratello ultrà, siamo una famiglia di tifosi. La mia fissazione per i capelli? Ci hanno provato in tutti i modi a farmi cambiare pettinatura, Benitez mi diceva 'se non te li tagli domani non ti faccio allenare'. Io ho sempre resistito ma se ora Sarri mi chiamasse al Napoli mi taglierei anche le orecchie!"