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  • Napoli:| Scuse al Liverpool

    Napoli:| Scuse al Liverpool

    De Laurentiis: «I violenti non tifano Napoli, ma sono veri delinquenti».
    Hoolingans? Eccoli, ma di casa nostra.
    Hodgson se la piglia col sindaco, la Iervolino si scusa: «Macchia per la città».
    (Gazzetta dello Sport)

    Agguato ai tifosi inglesi: feriti padre e figlio. Il sindaco: «Parleranno di noi per pochi esagitati». In campo finisce 0-0.
    Pari con il Liverpool, ma c'è una Napoli sconfitta dagli ultrà.
    La notte tanto attesa si è sgonfiata quasi sul nascere. Napoli e il San Paolo indossano il vestito di gala perché, sebbene ultimo della classe in Premier League e senza le stelle Fernando Torres e Gerrard, il Liverpool è pur sempre una grande d’Europa.

    Ci sono Lavezzi e Hamsik, c’è Cavani: Mazzarri pensa al Milan (la sfida ai rossoneri è in agenda per lunedì sera), ma non si priva del suo trio meraviglia là davanti. Tutto attorno, passione e tifo. Dentro al campo, poche emozioni e, alla fine, solo due vere occasioni, una per parte (un tiro di Hamsik respinto da Konchesky sulla linea e una parata di De Sanctis su Babel). Così, il niente di fatto (0-0) stride con l’attesa per un incrocio suggestivo in Europa che, da queste parti, si era allungata di ben 21 anni, ovvero dalla notte della finale di Coppa Uefa con lo Stoccarda. La sensazione è che il Napoli abbia buttato al vento l’assist per superare il primo, vero, esame europeo per colpa di un atteggiamento che suona come una bocciatura considerando anche le scelte di Roy Hodgson, condottiero di un Liverpool in campo imbottito di riserve e di diciottenni. Lenta e prevedibile, la manovra azzurra. Troppo ridotta appare la rosa costruita da De Laurentiis per poter progettare una stagione di vertice in campionato e in Europa League.

    A Napoli il clima è pesante. I tifosi del Liverpool fanno fatica a trovare punti di riferimento per muoversi insieme (e scortati) verso lo stadio, così, a ogni svolta, c’è la trappola dell’agguato. Il colore rosso è meno dominante del solito, ma, per i teppisti, riconoscere gli inglesi non è difficile: le forze dell’ordine si fanno notare, in divisa, già nei quartieri del centro o lungo il percorso che porta al San Paolo. Il triste bilancio racconta di tre accoltellati, due nella notte prima della sfida in una circostanza che ha a che fare solo con ragioni di ordinaria delinquenza perché il ferimento (per fortuna lieve) di padre e figlio di Liverpool avviene fuori da una pizzeria alle 4 di notte per opera di un branco di venti persone.

    Prima della partita, l’intervento preventivo dei «falchi» della polizia ha evitato che all’uscita della metropolitana gli ultrà napoletani venissero a contatto con gli inglesi (per dividere le tifoserie, quattro agenti sono rimasti contusi, fra questi il vice questore). «Adesso - così il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino - le tv del mondo parleranno di noi per colpa di pochissimi scalmanati...». La pensa diversamente il presidente del Napoli De Laurentiis: «Gli incidenti fuori dallo stadio non ci riguardano. L’uefa ha potuto ammirare il grande spettacolo del San Paolo».

    Il padre e il figlio colpiti da arma da taglio fuori dal locale nella zona dell’università hanno voluto assistere alla sfida lo stesso («Ringraziamo la polizia italiana»), Napoli fa i conti con una giornata vissuta con il fiato sospeso fra aggressioni (cinque in tutto) e paure fino a quando i circa cinquecento (ne erano attesi almeno il doppio) tifosi dei Reds non hanno ripreso la strada di casa. Il Liverpool2 non cede, il Napoli deve rinviare l’appuntamento con la prima vittoria nel girone e, adesso, la qualificazione di Lavezzi e soci passa dal viaggio in Inghilterra e da quello in casa dell’Utrecht. «Ci abbiamo provato - spiega Mazzarri -, l’importante è crescere. Dovete capire che non è facile far bene in Europa per una squadra che non gioca le coppe con continuità. E, poi, ormai chi viene a Napoli ci rispetta perché sa che, quando stiamo al meglio, facciamo vedere uno dei migliori modi di giocare a calcio: gli inglesi si sono chiusi per ripartire in contropiede». Il tecnico del Napoli se la prende anche con il pallone. «Ci penalizza, noi viviamo sui meccanismi e sulla velocità: siamo migliorati nella ripresa proprio perché avevamo preso le misure a questo pallone e ai suoi rimbalzi».
     


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