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  • Napoli, caos San Paolo. Esposito a CM: 'De Laurentiis, basta proroghe! Aspettiamo ancora il suo piano'

    Napoli, caos San Paolo. Esposito a CM: 'De Laurentiis, basta proroghe! Aspettiamo ancora il suo piano'

    • Giovanni Scotto
    Mentre la Juventus sfrutta appieno il suo Stadium ed è non a caso sempre davanti a tutti, la Roma presenta il suo nuovo stadio, il Napoli è ancora alle prese con un San Paolo fatiscente e una convenzione prossima alla scadenza, che è pure finita nel mirino della Corte dei Conti. Il San Paolo è un bene pubblico, ma De Laurentiis lo vorrebbe praticamente in regalo, o quantomeno a condizioni molto vantaggiose, come già avviene adesso. Un eterno braccio di ferro tra il consiglio comunale e il presidente.

    Qualche mese fa fece scalpore la denuncia dei canoni non pagati, poi puntualmente confermata dai fatti (il Napoli ha proposto di sistemare tutte le pendenze). E qualche giorno fa è arrivata la proposta, sempre dal consiglio comunale, di dare un altro nome allo stadio per portare qualche sponsor. L'artefice di queste iniziative è il consigliere Gennaro Esposito, che è diventato un po' il simbolo di questa eterna lotta col Napoli. Calciomercato.com lo ha sentito in esclusiva proprio per parlare del caso San Paolo.
    Consigliere, dopo la vostra denuncia e il sequestro dei cinque milioni il Napoli si è offerto di pagare quanto dovuto. È soddisfatto?
    "Posso accogliere questa notizia con gioia, e dire che sono contento. Ma solo perché siamo arrivati ad un atto concreto. Ma in realtà non c'è nulla di cui gioire, perché il Napoli deve semplicemente pagare quanto dovuto. Poi bisognerà affrontare il tema serio e vero, ossia il rinnovo della convenzione seguendo gli spunti della Corte dei Conti".
     
    Ma si parla di proroga di almeno sei mesi, perché ha usato il termine rinnovo?
    "C'è un'impossibilità a prorogare la convenzione così com'è. Tecnicamente la Corte dei Conti ci contesta l'affido del 2004, in quanto non corretto in pieno. Non c'è stata gara pubblica, ad esempio. In più ci è stato contestato che nel 2008 abbiamo prorogato senza il supporto di motivi validi. La proroga si può fare così? Non credo. Va ridiscussa da zero".

    Quindi lei cosa si aspetta?
    "La cosa migliore sarebbe che il calcio Napoli ci proponesse un progetto di finanza, che poi noi metteremo al bando, compatibilmente con i tempi sportivi della squadra. Se non arriverà questa proposta, il Comune si prenderà la responsabilità progettuale di abbozzare un progetto di massima".
    Ma intanto lo stadio cade a pezzi...
    "Sicuramente il San Paolo per come sta messo non esprime tutte le potenzialità che ha. Nelle altre nazioni gli stadi sono meta dei turisti, per questo noi abbiamo fatto la proposta di cambiare il nome dello stadio. Dobbiamo avere la visione, anche politica, delle opportunità che lo stadio può offrire. C'è un'economia che deve emergere, e si può offrire molto di più. Bisogna attrezzarsi per uno stadio che ospita attività commerciali veicolate e funzionali".

    Ma il Comune di Napoli è in dissesto. Come finanziare questo rilancio?
    "Ora è il momento dei fatti. Aspettiamo un progetto da parte di De Laurentiis per aprire un bando. Se non lo farà il Calcio Napoli, lo possiamo fare noi. Un progetto di massima per lo stadio entro tre mesi è concreto e possibile. I meccanismi già ci sono. Il problema è che gli obiettivi non vengono fissati e si cerca per primo il rinvio".

    Secondo lei De Laurentiis cosa ha in mente?
    "La strategia del presidente è quella di andare in proroga. Lui è un imprenditore privato che usa un bene pubblico e che incassa anche dei soldi da esso. Ecco perché la proroga non è un'ipotesi percorribile. Come sapete è molto sbilanciata in favore della società e così non va bene".
    E questo famoso accordo ponte? Una proroga di sei mesi alle attuali condizioni?
    "Se dovesse passare questa cosa non so se sarà votata dal consiglio. Noi vogliamo seguire l'indirizzo della Corte dei Conti. Esistono altre convenzioni che funzionano e che noi banalmente potremo soltanto "copiare", come il Meazza, e c'era tutto il tempo di farlo nei mesi scorsi".

    Quindi De Laurentiis deve investire senza pretendere che gli venga dato lo stadio gratis. Giusto?
    "La nostra comunicazione al presidente fu fatta più di anno fa. Sono convinto che De Laurentiis sia il miglior imprenditore del mondo, ma bisogna capire che certi tempi sono finiti. Il bene pubblico non è una fonte inesauribile di soldi, o ancor peggio da sfruttare continuamente. Il Comune ha un dissesto finanziario e non possiamo "regalare" lo stadio San Paolo. Si può trovare una strada insieme, dove ognuno faccia la sua parte e il Napoli ottenga ciò che desidera senza eccedere in benefici".
    Facciamo un esempio concreto. Il Napoli vorrebbe togliere la pista d'atletica. Qual è la sua posizione in merito, e in generale come pensa che reagirebbe il sindaco e il Consiglio?
    "Questo è difficile da dire perché non rappresento tutto il consiglio comunale. Penso che a riguardo si debba esprimere la cittadinanza. Se fossi nel sindaco mi confronterei con le altre realtà che frequentano il San Paolo. L'idea che si vada a intaccare altre attività allo stadio San Paolo a tutto beneficio del Napoli non è bella. Dal punto di vista tecnico non sappiamo neanche se ci sarebbero dei vincoli strutturali. Di certo il Consiglio sarebbe pronto a valutare questa soluzione, a patto che si discuta e si tutelino le altre realtà sportive che sfruttano lo stadio durante la settimana. Apprezzerei se De Laurentiis si impegnasse a contribuire per trovargli un'altra casa, ad esempio". 

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