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  • Napolimania:| The Italian Special One

    Napolimania:| The Italian Special One

    Chi non pensa che Napoli-Lazio sia stata una partita spettacolare alzi la mano. Al di là delle fedi calcistiche, il match del San Paolo è stato da antologia: sette gol, un'autorete, due rimonte, una tripletta, un calcio di rigore, un gol fantasma, due espulsi, tanto animo e anche un 'sano' accenno di rissa. Un pubblico rovente sugli spalti, e anche i pochi coraggiosi 'tifosi' laziali hanno osato manifestare la propria fede nell'arena azzurra. Al San Paolo si è visto un 4-3 che entrerà nella storia. Non solo per l'impresa del Napoli, ma per le emozioni che questa sfida ha saputo regalare, anche a palla ferma. Lo stadio gremito come non mai, l'accoglienza a Reja, e infine la gioia infinita, con 'O Surdato 'nnamurato' cantato a squarciagola. Il Napoli ha piegato una Lazio onorevole e mai doma con una prestazione incandescente, guidata da quella furia scatenata che si chiama Edinson Cavani.

    Il Matador è una macchina da gol: su tre palle toccate ha segnato tre volte. Un rigore calciato all'amico Muslera nell'angolo che il Jerry Lewis biancoceleste non si aspettava. Il terrore nei visi di Biava e Dias quando l'uruguaiano si avventava sul pallone, ha portato il numero 20 laziale a un fallo ingenuo che è costata espulsione e rigore. Ma ad innescare il Napoli di cannibali alla ricerca del gol è stato il condottiero, il vero condottiero azzurro. Walter Mazzarri. L'allenatore ha forse sbagliato la formazione (vedi le scelte di Aronica, e forse anche Yebda), ma ha dimostrato di saper correre ai ripari come non mai. Questa volta il tecnico toscano ha dimostrato senza indugi di saper leggere la partita e cambiare in corsa, sia uomini che schemi.

    Ha buttato dentro Mascara, Lucarelli, e infine Gargano. Ha attardato qualche cambio in attesa delle mosse di Reja, e dopo l'espulsione ha messo in tavola le sue carte, senza remore. Partito con Dossena basso, quasi quarto difensore aggiunto, Mazzarri sotto di due gol ha trasformato il Napoli. L'ingresso di Mascara e il sacrificio di un centrocampista è stata una mossa azzardata ma vincente. Trovato il 2-2, il tecnico toscano ha rischiato la sincope sull'autorete di Aronica. Fogli e appunti distrutti per la rabbia, e si è dovuti ripartire. Via tutti i tatticismi: quella che poteva sembrare la mossa della disperazione, ossia l'ingresso di Lucarelli, è stata la mossa dell'intelligenza. L'allegra difesa laziale è andata completamente in tilt.

    Quel Cavani matto da legare non poteva essere lasciato solo, e Hamsik e Lavezzi erano proprio dietro Lucarelli e Mascara, pronti a innescarli. Troppa gente pericolosa, tutta insieme: la Lazio è andata in crisi ed è crollata sotto i colpi di Cavani. Mazzarri aveva centrato l'impresa: il suo Napoli tutto d'attacco ha avuto ragione di quel marpione di Reja, che tatticamente il Napoli lo conosce quanto il tecnico toscano. Ed i meriti di Mazzarri sono enormi: la sua passione, la sua grinta, sono state recepite alla perfezione dalla squadra. L'allenatore azzurro è un motivatore eccezionale, lo ha dimostrato in questa esperienza partenopea. E quando c'è da buttarsi in avanti, non esita un secondo, mettendo anche cinque giocatori offensivi. La mentalità sparagnina e prudente non gli appartiene, e pur di vincere è pronto a sputare sangue. Sembra la descrizione di Mourinho, ma invece parliamo di Walter Mazzarri, l'uomo che ha rilanciato il Napoli.

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