Sicuramente il suo addio era in qualche modo previsto, ma l’addio imminente di Cavani ha avuto l’effetto di due sonore sberle. I tifosi azzurri si erano preparati a un eventuale passaggio del Matador al City o al Real Madrid, ma di certo in pochi si aspettavano che ancora una volte fosse il Psg a rompere le scatole. Quel club parigino che proprio un anno fa aveva portato via un altro idolo, Ezequiel Lavezzi. Un club senza storia, 'dopato' dai milioni senza fondo degli sceicchi arabi. Cavani aveva dato una bella impressione, da sempre. Ragazzo serio e di parola.

Aveva rifiutato in tempi non sospetti il Monaco e lo stesso Psg, dicendo che non era il calcio francese quello che sognava. Eppure, alla fine pur di andare via è andato a giocare proprio nel 'maledetto' Psg. Il popolo partenopeo ci è rimasto malissimo. Non solo per l’addio in sé, ma per il modo in cui è maturato durante tutti questi mesi. Tante, troppe chiacchiere, promesse non mantenute. Il tutto sullo sfondo di una voglia immutata di andare via, anche a costo di accontentarsi di un club sicuramente ricchissimo, ma che non ha nulla a che vedere con le squadre che hanno fatto la storia del calcio.

Il popolo azzurro è deluso, arrabbiato, sotto shock. Si è visto persino qualche striscione polemico nei confronti di De Laurentiis. Sintomo che quando la delusione morde si finisce anche per prendersela con chi non c’entra niente. La clausola, quella che ha portato già via Lavezzi, e ora Cavani, è stata pretesa proprio dal Matador.