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  • Nazionale a Firenze:| La partita della 'Fiesole'

    Nazionale a Firenze:| La partita della 'Fiesole'

    • Luca Cellini

    E' comincia tardi la serata per i tifosi fiorentini che hanno il cuore anche un po' bianco rosso e verde. Un blocco ai tornelli infatti ha fatto slittare l'ingresso degli spettatori alle 19.10, con qualche problema di deflusso interno. Il primo momento commovente arriva al momento della consegna della targa a Cesare Prandelli da parte del gruppo 'Settebello', che ha voluto così ringraziare il tecnico di Orzinuovi per 'i cinque anni passati splendidamente insieme'. Il boato vero c'è prima del fischio di inizio quando si intravede Roberto Baggio, che a Firenze non è uno qualsiasi. Poi all'ingresso delle squadre in campo partono i primi cori per Cesare Prandelli e l'ex tecnico gigliato si commuove, tanto da nascondere a malapena le lacrime agli occhi.

    Faticano a scaldarsi, al di là della temperatura esterna, i quasi 25mila presenti nella casa della Fiorentina, ma quando dalla Fiesole si alza il coro storico 'Chi non è salta bianconero', sarà un caso ma il bomber viola, quell'Alberto Gilardino che non segnava in azzurro da novembre 2009, la infila dopo un angolo di Pirlo, un classico per la Nazionale di Prandelli. Applausi di tutto il pubblico, anche se con una certa freddezza solo dalla Curva Fiesole, quando segna De Rossi. Il tifo caldo gigliato ha amore solo o quasi per Cesare Prandelli che viene invitato a 'saltare con noi' poco prima che riparta il coro contro gli avversari storici, quelli della Juventus. Tutti in piedi per Fantantonio al 27', in una gara che a quel punto è solo ad un terzo del suo svolgimento. Gli ultimi applausi del primo tempo sono per uno dei 'padroni di casa', ovvero Emiliano Viviano, ultras della Fiesole 'prestato' alla Nazionale, quando blocca in presa bassa la prima conclusione delle Isole Far Oer.

    I ventimila paganti si alzano in piedi prima gridando 'Gila gol' quando il numero undici violazzurro sbaglia poco prima dell'ora di gioco il 4-0 in rovesciata, e poi quando subentra proprio a Gilardino un altro che a Firenze ha fatto storia: Giampaolo Pazzini. La noia della ripresa è svegliata dall'urlo dei circa cento sostenitori della Far Oer presenti in tribuna d'onore. Poi fischi per lo juventuino Quagliarella, autore di un gesto - due anni fa con la maglia dell'Udinese - che a Firenze non hanno dimenticato, e reo di non servire al 72' Montolivo solo davanti al portiere. Quagliarella che però all'81 realizza il 4-0 e per lui, finalmente, qualche applauso ci scappa. Completa la festa Pirlo su punizione, ma l'ultimo coro è per Fantantonio Cassano, che ringrazia quello che a gennaio scorso poteva essere il suo pubblico. Lo spettacolo vero accade al fischio finale, quando tutto uno stadio applaude ancora una volta il c.t. azzurro che ringrazia, andando sotto la curva Fiesole e facendo il gesto dell'inchino. Prandelli, cittadino di Firenze, anche se adesso è maestro di calcio a Coverciano. Un tecnico che sotto l'ombra del Duomo non sarà mai re solo per un notte, almeno qui al Franchi.

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