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  • Nel Genk di Vossen anche Koulibaly e Tshimanga
Nel Genk di Vossen anche Koulibaly e Tshimanga

Nel Genk di Vossen anche Koulibaly e Tshimanga

  • Luca Cassia

Al giro di boa delle competizioni europee sono 21 i club che vantano ancora l’imbattibilità tra Champions ed Europa League. Al comando di questa élite, nella quale il denominatore comune è la fedina pulita, la Germania spopola con quattro esponenti (Bayer Leverkusen, Hannover, Schalke 04 e Borussia Dortmund) seguita con tre rappresentanti da Spagna, Ucraina ed Italia (ebbene sì). Filtrando però queste insuperabili d’Europa con i rispettivi campionati di appartenenza, il quadro appare molto meno numeroso: sono solo cinque le squadre i cui sostenitori, nella stagione corrente, non hanno ancora versato fiumi di lacrime al termine dei propri match. Parliamo di Atletico Madrid, Shakhtar Donetsk, Juventus, Porto e Genk. Trovato l’intrusa?

 
È doveroso premettere come la sorpresa belga, all’interno di queste magnifiche cinque, sia seconda solo allo Shakhtar per numero di gare di campionato disputate (11 contro 12) avendo tuttavia già inaugurato con profitto anche la Coppa nazionale. Quanto basta per presentare i “de Mijnjongens Genkies”.
Genk è una città belga di poco superiore ai 60.000 abitanti, situata nella regione fiamminga delle Fiandre e di lingua olandese. L’influenza dei Paesi Bassi ha trovato riscontro anche nella società calcistica della comunità che, fondata nel 1988, risponde alla denominazione di Koninklijke Racing Club Genk. Una storia recente, concessa dalla fusione di due realtà locali (il Waterschei Thor e il K.F.C. Winterslag) nell’anno in cui l’Olanda conquistava i Campionati Europei in Germania Ovest. 
 
Il collettivo del Limburgo scrive inattese pagine di gloria a cavallo dei due secoli, sorprendendo un paese intero con due titoli nazionali (Jupiler Pro League) ed altrettante Coppe del Belgio. Complice lo strapotere di Bruges, Anderlecht e Standard Liegi, i blues restano a bocca asciutta sino al 2009 (Coupe de Belgique strappata al Mechelen) e centrando un double nell’annata 2010/11 (campionato e Supercoppa, entrambe strappate sul fino di lana allo Standard Liegi). Di quella squadra faceva parte anche Kevin De Bruyne, oggi al Werder Brema per gentile concessione del Chelsea, mentre al timone sedeva Franky Vercauteren (già legato alla Nazionale belga) che abbandonò poi la scialuppa fiamminga ammaliato dai petroldollari dell’Al Jazira. Curioso come le strade di Vercauteren e Genk si siano incrociate giovedì, a poche ore dalla nomina del tecnico alla guida dello Sporting Lisbona. La vittoria belga (2-1) mantiene il Genk in testa al girone G, raggruppamento in cui le outsiders (gli ungheresi del Videoton e i blues, appunto) stanno facendo la festa alle favorite, i portoghesi e il Basilea. 
 
Nell’attuale Jupiler League, in virtù della già celebrata imbattibilità dei fiamminghi, il Genk occupa il secondo gradino del podio in una classifica piuttosto affollata al vertice: in tre punti sgomitano anche Bruges, Anderlecht, Zulte Waregem e Kortrijk. Proprio quest’ultimi rappresentano il prossimo scoglio per la squadra allenata dall’olandese Mario Been, ex mezzapunta di buon livello (soprannominato “Mariodona”) e transitato anche a Pisa. 
 
Senza smentire i suoi trascorsi sul campo, Been ha vestito con il 4-3-3 una rosa impreziosita da alcune buone individualità: su tutti il capitano Jelle Vossen, bomber 23enne recentemente accostato anche al Milan che, insieme alle ali De Ceulaer Joseph-Monrose, costituisce un trio d’attacco brillante e mortifero. Buffel, Gorius e il sudafricano Ngcongca omaggiano la mediana con fosforo e qualche gol extra, mentre la retroguardia presenta un paio di nomi appetibili: il roccioso franco-senegalese Koulibaly ed il belga-congolese Tshimanga, rispettivamente centrale classe ’91 ed esterno sinistro di 23 anni. 
 
Valore aggiunto del Genk è il proprio impianto da 25.000 spettatori, la Cristal Arena, nella quale i propri sostenitori si distinguono in Belgio per calore, passione ed estrema correttezza. E chissà che nel catino fiammingo, in occasione del prosieguo di Europa League, non faccia capolino anche qualche rappresentante del Bel Paese. 

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