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  • Neymar, la 'porta del destino' e quei 7 minuti che riscrivono la storia

    Neymar, la 'porta del destino' e quei 7 minuti che riscrivono la storia

    • Andrea Distaso
    Nulla è impossibile quando di mezzo ci sono le grandi squadre ma soprattutto i grandissimi campioni. Il Barcellona ce lo ha ricordato in una notte che resterà di diritto nella storia di questo sport. Mai nessuno aveva rimontato in Champions League uno 0-4 in un turno a eliminazione a diretta, ma a far entrare ancora di più nella leggenda la formazione catalana è l'incredibile copione scritto dal Dio del Calcio con un epilogo assolutamente assurdo. 7 minuti, quelli trascorsi tra la punizione di Neymar e la zampata sottomisura di Sergi Roberto (sempre su assist del brasiliano), e una porta che anche in passato era stata "testimone oculare" di un'altra serata incredibile. Nel maggio 1999, furono Sheringham e Solskjaer a firmare i gol che spedirono il Manchester United di Ferguson in paradiso e gettarono all'inferno il Bayern Monaco, campione d'Europa fino ai minuti di recupero.

    Stavolta il protagonista indiscusso è Neymar, per lunghi tratti fuori dalla partita e più al centro delle proteste per le sue cadute facili in area di rigore che del gioco. Ma con i marziani non bisogna abbassare mai la guardia ed ecco che, per magia, quando la partita sembra avere emesso il suo verdetto, il folletto brasiliano emerge dal grigiore e diventa el hombre del partido. Calcio di punizione all'88°, rigore trasformato (il secondo della serata dopo quello del momentaneo 3-0 firmato da Messi) al 90° e assist (che gli permette di toccare quota 8 e stabilire un nuovo record della Champions) per la rete del delirio di Sergi Roberto. 7 minuti di follia, 7 minuti di storia con una porta che sembra aver un conto aperto con l'imponderabile.

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