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Niang e il rischio di una parabola alla Balotelli: il Milan vince senza i divi

Niang e il rischio di una parabola alla Balotelli: il Milan vince senza i divi

  • Andrea Distaso
Scrivi Niang, leggi Balotelli. Quello che per Vincenzo Montella continua ad essere uno dei principali punti di riferimento del tentativo di rinascita del Milan inizia a sollevare importanti interrogativi a proposito della sua tenuta nell'arco di una stagione intera. Non parliamo di questioni prettamente tecniche, perchè il francese non ha mai saputo essere in carriera un mostro in termini di continuità e, considerando la sua giovane età, è un peccato che può essere ancora corretto. A patto di scendere subito da quel piedistallo sul quale critica, addetti ai lavori e tifosi lo avevano sistemato troppo in fretta dopo una serie di prestazioni di livello alla quale ha poi fatto seguito una graduale involuzione. I numeri, del resto, non mentono mai: 3 gol in 13 partite per un attaccante sono pochi e non possono che orientare il giudizio complessivo.

IL RIGORE NON C'ENTRA - Esattamente come con Balotelli, il rischio è di ritrovarsi con un patrimonio potenziale importante dal punto di vista tecnico, ma anche un ragazzo incapace di maturare in fretta, di gestire le inevitabili pressioni e aspettative che derivano dall'essere stato uno dei trascinatori di inizio stagione e dal doversi confermare domenicalmente in una squadra del blasone del Milan. Ridurre la prova col Crotone al semplice errore dal dischetto sarebbe limitativo, in quanto inserito in un contesto più ampio di scarsa brillantezza fisica, di una collocazione in campo che non ne esalta appieno le qualità (è e resta una punta centrale e giocare sulla fascia gli toglie lucidità) e di un atteggiamento superficiale e di scarsa collaborazione verso i compagni.

COMPORTAMENTI INFANTILI - In una rosa complessivamente modesta, nessuno può negare che l'istinto e le accelerazioni del francese (esattamente come quelle di Bonaventura) siano irrinunciabili, ma in un gruppo che ha fatto sin qui dell'umiltà e dello spirito operaio il punto di forza nessuno può sentirsi il posto garantito (messaggio indirettamente da dirigere anche all'allenatore) e nessuno deve ritenersi al riparo di critiche. A tal proposito, l'infantile attacco riservato ai suoi contestatori da Niang dalle pagine del proprio profilo Instagram è un autogol ancora più grave, perchè dimostra la difficoltà del ragazzo di gestire l'attenzione mediatica piovutagli giustamente addosso per quello che, almeno fino a un mese e mezzo fa, aveva fatto sul campo. Tutto bello e tutto perfetto quando si tratta di incassare gli applausi, un po' meno quando si è oggetto di critiche altrettanto legittime. Balotelli ha intrapreso la sua parabola discendente proprio per atteggiamenti come questi, Niang ha tutto il tempo davanti per svoltare prima che sia troppo tardi.

 

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