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  • Non solo Cataldi vice Biglia: Inzaghi punta su Murgia, il regista-bomber

    Non solo Cataldi vice Biglia: Inzaghi punta su Murgia, il regista-bomber

    Biglia si fa male. Poco più di 7' minuti in campo contro l'Empoli gli sono fatali. Ha un erede naturale, il cambio che Inzaghi ha fatto quando il capitano della Lazio è uscito in lacrime. Dentro Danilo Cataldi, classe '94. Ma in panchina c'è un altro vice Biglia naturale. Lui fa parte quasi a pieno titolo della generazione Inzaghi (Cataldi ha fatto le fortune di Bollini in Primavera, vincendo anche uno Scudetto con gol in finale). Un Inzaghiano, un classe '96, anche lui romano. Alessandro Murgia sa che può dare tanto alla Lazio. Lo mormorava spesso, nei lunghi pomeriggi a Formello: "Posso fare ancora meglio".

    Inzaghi lo conosce benissimo: fatto sta che in Lazio-Pescara gli regala l'esordio in Serie A. Scatenando un hype pazzesco da febbre da Primavera in chi lo ha seguito nel suo percorso di settore giovanile. Inizia a 10 anni, nel Colombo, quadrante sud di Roma, sull'arteria che porta al mare. Un anno di calcetto, un anno calcio a 8. Poi all'età di 12 anni entra nella scuola calcio della Lazio. Ma chi è Alessandro Murgia?

    Consideratelo, nel settore giovanile, una sorta di Cataldi silenzioso. Lontano dalla romanità forte di Danilo, Alessandro è un ragazzo più silenzioso, gentile, perfino timido nel suo passato da settore giovanile. Ma non in campo. Non quando il pallone gli accarezza il piede. E ha un pregio: segna tantissimo nel suo percorso giovanile per essere un centrocampista centrale. Nel 2009/2010 sta fermo 3 mesi per un brutto infortunio. Fa 11 gol. L'anno dopo nei Giovanissimi elite ne fa 8, altri 8 nei giov. nazionali, 7 negli Allievi Elite, 10 negli Allievi Naz. In Primavera regna, pochi hanno i suoi piedi, la sua intelligenza tattica, la sua visione. Quell'istinto naturale che pochi hanno, di percepire, quasi sognare il movimento dei compagni, anticiparlo per portarci, calciandolo, il pallone, proprio sui piedi, proprio là, dove deve essere.

    "Posso fare di più, sono sicuro", mormorava in Primavera, chi lo vede giura che ha un piede delicatissimo, che altrove, magari in Olanda, o in Inghilterra, uno così a 20 anni già avrebbe più di una presenza in A dietro le spalle. In Italia è diverso, ma per 45 giorni Biglia sarà out. Lui, Murgia, che in Primavera giocava trequartista (come spesso Cataldi), è pronto, ci sarà alla partita della pace, con l'argentino Papa Francesco. Lui ci sarà. E Inzaghi in questo inizio di stagione ha dato una certezza. Tra un Primavera che conosce a menadito, e un nuovo acquisto che si deve ambientare, il mister sceglie sempre il suo Primavera. Lo ha fatto con Lombardi, entrato contro l'Empoli invece di Luis Alberto, lo fa di continuo.

    Sceglie chi conosce, chi sa che può dargli tanto. Soprattutto, ha costruito con loro un rapporto che va al di là del campo. I ragazzi si fidano ciecamente di lui In Primavera giocava perfino le partitelle con loro, sono carne della sua carne. E loro, per Inzaghi, farebbero qualsiasi cosa. Per questo il mister gli affida la sua stagione più importante, la prima in Serie A. Per questo non avrà paura di affidarsi al piede telecomandato di Murgia se dovesse servire. Sa quanto può dare, e sa che, all'occorrenza, andrà perfino oltre i suoi limiti, per Simone Inzaghi.

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