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  • Non solo l’Eldense: la banda degli italiani voleva pure il Cultural Leonesa
Non solo l’Eldense: la banda degli italiani voleva pure il Cultural Leonesa

Non solo l’Eldense: la banda degli italiani voleva pure il Cultural Leonesa

  • Pippo Russo
In Italia la vicenda pare già essere stata dimenticata dai media, e invece in Spagna continua a essere oggetto d’approfondimento. Mi riferisco alla storia dell’Eldense e del suo milieu di galantuomini italiani. La vergogna dello 0-12 rimediato lo scorso primo aprile contro il Barcellona B ha messo in moto la macchina delle indagini, che non si è certo fermata ai primi provvedimenti d’arresto. La ricerca continua, e fa emergere sviluppi sempre nuovi che allargano il cerchio dei sospetti sui traffici calcistici. L’ultimo passaggio viene raccontato in un articolo pubblicato ieri da El Mundo. Vi si riferisce che, nel 2014, un personaggio italiano coinvolto nell’inchiesta Dirty Soccer (la stessa che ha colpito alcuni personaggi legati allo scandalo dell’Eldense) mette le mani sulla Cultural Leonesa (da qui in avanti CL), piccolo ma glorioso club che nell’estate del 2015 sarebbe stato rilevato dai qatarioti di Aspire Zone Foundation.

Soltanto un anno prima di finire sotto l’ombrello della ricca proprietà dell’emirato, la CL entra nell’orbita di Maurizio Antonio Pagniello, meglio noto come Morris Pagniello. Si tratta di un cittadino italiano nato in Australia nel 1977, con un modesto passato da calciatore, che nel post-carriera si è riciclato in molti dei ruoli possibili legati al mondo del pallone. L’articolo di El Mundo racconta che a luglio 2014 Pagniello si presenti ai dirigenti della CL come presidente della Genova International School of Soccer. E in quell’occasione promette massicci investimenti, che poi però si materializzeranno soltanto in minima parte: soltanto 10.000 euro. Va a finire che l’avventura di Pagniello alla CL dura pochi mesi. E tuttavia, come viene detto nell’articolo di El Mundo, giusto in quei mesi la CL è protagonista di una partita chiacchierata: quella del 23 novembre contro il Marino de Luanco, persa 1-0 dalla CL e oggetto di un flusso anomalo di scommesse.

Ma Pagniello non demorde, e pochi mesi dopo (giugno 2014) va a offrire le stesse promesse allo Jumilla. Cioè il club che poco più di un anno dopo, dicembre 2015, finirà nelle mani di Nobile Capuani, direttore generale dell’Eldense nel momento in cui scoppia lo scandalo dello scorso 1° aprile. In quei giorni di giugno 2014 Pagniello si presenta ai dirigenti dello Jumilla addirittura in compagnia di una vecchia gloria del calcio internazionale: Abel Balbo.

Cosa abbia portato l’ex attaccante argentino a fare comunella con Pagniello, non è dato sapere. A ogni modo, in questo caso l’affare non si conclude. Ciò induce Pagniello a tornare in Italia. Era già stato presidente del Trento, e a quel punto tenta un’avventura a Monza. E lì arriva il botto. Il club viene coinvolto nell’inchiesta Dirty Soccer, la stessa dalla quale viene travolto Ercole Di Nicola, amicone di Nobile Capuani. A maggio 2015 Pagniello è uno dei 50 destinatari di provvedimenti di fermo spiccati dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro. A novembre 2016 il Monza verrà dichiarato fallito, e pochi mesi prima (febbraio 2016) Pagniello si vede comminare un’inibizione di 8 mesi dalla FIGC.

Ma il personaggio non ci pensa proprio a uscire dal calcio. Proprio a febbraio 2016, nei giorni in cui la FIGC lo condanna, lui prova a intermediare il passaggio di proprietà della Novese (Serie D), riavvicinandosi al Piemonte dopo che tre anni prima era stato protagonista di una negativa avventura al Derthona. Va male anche col club di Novi Ligure. A maggio 2016 ci tenta con la SSD Reggio Calabria, ma anche lì non va. Un articolo pubblicato in quei giorni da un sito locale traccia un lungo profilo sul personaggio, nel quale viene messa in risalto la grande passione di Pagniello: la photo opportunity. Ci potete trovare scatti che lo immortalano con Pelé, con Maradona, con Tyson, persino con Papa Francesco. Fra l’altro, in questo articolo viene citato pure un tentativo di scalata al Vicenza Calcio, nel 2010. In quella circostanza si era accreditato come intermediario di una cordata indonesiana. Di sicuro la capacità di rendersi presentabile non gli manca. E state certi che, vista la permeabilità del sistema calcio, prima o poi lo ritroveremo da qualche parte, nelle nostre periferie del pallone.

@pippoevai

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