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Non solo tifose, il Paraguay sforna talenti

Non solo tifose, il Paraguay sforna talenti


Saranno anche fortunati i paraguayani perché vincere due scontri ad eliminazione diretta ai calci di rigore non è certamente un'attitudine di chi è perseguitato dalla cattiva sorte. Vero è anche che oltre al tatticismo e al carisma di Gerardo "Tata" Martino, alla qualità di un certo Lucas Barrios scoperto troppo tardi dalle big italiane, quando il costo del suo cartellino era ormai salito alle stelle, alla velocità di Marcelo Estigarribia, ancora "acquistabile" a un prezzo contenuto, e alla classe di un Roque Santa Cruz, su cui una stagione fa la Lazio preferì non affondare, c'è di più: ovvero una certa predisposizione a sfornare talenti per le prossime generazioni.


Juan Manuel Iturbe ha ripudiato l'"albiroja" scegliendo la nazionale del suo Paese natìo, l'Argentina, non quella dei suoi genitori, paraguayani di nascita entrambi. Dopo essere cresciuto nel Cerro Porteno, il club di Barrio Obrero, sobborgo di Asunciòn, potrà mettersi in mostra, nella prossima stagione, al Porto che lo ha blindato con una clausola rescissoria di 60 milioni, più sostanziosa di quella di Neymar o di Ganso. Ma lo stesso club paraguayano ha messo in mostra un altro talento che potrebbe fare la fortuna, e non solo in senso tecnico, della squadra che riuscirà ad acquistarlo.

Jorge Luis Rojas, da non confondere con il suo omonimo venezuelano, è un talento di 18 anni che ha stupito tutti in Paraguay per le sue doti messe in mostra con il Cerro Porteno. Un esterno destro velocissimo, fulmineo nel dribbling, un po' Garrincha, un po' D'Alessandro (sì proprio quello della "boba"), un po' Alexis Sanchez (appena acquistato dal Barcellona). Il suo allenatore, Leonardo Astrada non ha avuto paura a buttarlo nella mischia e i risultati gli hanno dato ragione: il ragazzo non ha patito il salto di categoria così come il suo "più esperto" (ha 21 anni) compagno di squadra Rodrigo Burgos, centrocampista centrale che ha già esordito in nazionale. Un vero e proprio affare di mercato per chi avrà il fiuto e la scaltrezza di ingaggiarlo.

Se, dunque, Iturbe ha ripudiato il Paraguay per questioni di opportunità e di carriera, sarebbe saggio, per le società italiane, andare a scovare talenti in campionati forse frettolosamente etichettati come minori, perché di minore potrebbe esserci solo il costo, ma non il talento.


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