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Nuova Gea:| Da Calciopoli al business etico

Nuova Gea:| Da Calciopoli al business etico

Riecco la società sciolta dopo il 2006: "Siamo tornati dall'inferno, ora siamo più forti di prima".
Da Calciopoli al business etico: torna la Gea di Moggi junior.
Dai tribunali al business etico. L’etichetta è di quelle difficili da staccarsi di dosso, ma Alessandro Moggi rilancia in Italia Gea World, la società sciolta nel 2006 dopo le inchieste su presunte irregolarità nella gestione delle procure dei giocatori, prologo dello scandalo di Calciopoli. Condannato in appello a 5 mesi di reclusione, scontati i due anni di squalifica, Moggi Jr riparte con lo stesso marchio, alcuni vecchi soci, ma con nuovi progetti che vanno dall’organizzazione eventi al marketing, dall’assistenza ai giocatori dopo il ritiro fino a progetti di business etico.

Non è nemmeno possibile dimenticare che Alessandro è figlio di Luciano Moggi, l’ex dg della Juventus condannato in primo grado al processo di Calciopoli a Napoli, in appello per quello Gea e radiato dallo sport italiano. «Abbiamo attraversato le fiamme dell’inferno, ci siamo un po’ bruciacchiati ma siamo ancor più forti e determinati», assicura Alessandro Moggi, augurandosi di «non ricevere critiche perché la Gea vuole costruire, e non ha né casacche né colori politici». Mentre il padre in questi mesi valutava e poi declinava una candidatura al Parlamento, lui preparava il ritorno sul mercato, in grande stile, citazioni alte, luci soffuse, pareti di specchi e divanetti di pelle bianca del Teatro Versace.

«È stata una traversata del deserto, ma non mi sono mai sentito solo», dice Moggi che, dopo aver aperto sedi a Londra e Dubai, si presenta a Milano davanti a duecento ospiti fra cui Ferrara, Allegri («Non sono il suo agente», assicura il procuratore), Preziosi, Marotta, Prade’ e Galliani, che ha «trovato carino rispondere all’invito. Il 2006? Non c’entra - ha risposto l’ad del Milan - Alessandro è stato perfetto con noi, gli dò atto che Nesta è venuto da noi nonostante la concorrenza della Juventus». Nesta, Zidane, Cannavaro, i grandi trasferimenti curati dalla Gea, che fino allo scandalo assisteva oltre 250 giocatori, quasi metà legati ad Alessandro Moggi. Ha ancora procure di vari calciatori, così come Riccardo Calleri e Franco Zavaglia, membri del cda di Gea. Ma è cambiata l’attività principale della società che, spiega Moggi, «vuole essere un’azienda al servizio dello sport».

Gea World, ha aggiunto il dg Carlo Oggero, non avrà più procure ma offrirà servizi nell’ambito dell’organizzazione eventi (il primo, la partita d’addio al calcio di Cannavaro il 13 maggio al San Paolo), dell’internazionalizzazione dei brand, del marketing tagliato su misura per il tifoso, della consulenza alle aziende e agli atleti (diritti di immagine e supporto a fine carriera). E la «nuova dimensione» di Gea World prevede anche progetti di «business etico, non beneficienza ma progetti con ricadute sociali», spiega Oggero, annunciando la partnership con la Fondazione Heplhi «per aumentare la mobilità degli italiani, perché questo è un paese pigro».


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