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  • Nuova legge sui diritti tv: tra parte fissa e bacino di utenza, ecco cosa cambia
Nuova legge sui diritti tv: tra parte fissa e bacino di utenza, ecco cosa cambia

Nuova legge sui diritti tv: tra parte fissa e bacino di utenza, ecco cosa cambia

La riforma camminerà di pari passo con la proposta di legge parlamentare che entro dieci giorni sarà ufficializzata dalle proponenti, le due deputate Pd Lorenza Bonaccorsi e Daniela Sbrollini (responsabile sport), e che si limiterà a ridefinire la titolarità e la commercializzazione dei diritti tv, ovvero i primi due titoli (i primi 20 articoli) della Melandri. Ma il “cuore” e le centinaia di milioni dei diritti tv ballano sulla terza parte, passata ai raggi X della riforma. «Questione di qualche settimana e presenteremo il nostro progetto» ha annunciato il premier Matteo Renzi nell’intervista di ieri a Repubblica.

E il varo è imminente. Il 20 aprile l’Autorità che vigilia sulla concorrenza è stata inflessibile multando Mediaset premium (51 milioni) e Sky (4 milioni), Lega Calcio (quasi 2) e la società di consulenza Infront Italy (9 milioni) per l’accordo illecito stipulato sui diritti tv. Sulla scia, anche l’Agcom, l’autorità sulle comunicazioni, ha osservato che la legge Melandri è ormai superata oltre che di difficile attuazione, sollecitandone la riforma. La normativa risale al 2009 e ha sancito finora la vendita centralizzata dei diritti tv. Ad oggi, in base al contratto ultimo (che ha validità 2015-2018) la torta da 943 milioni distribuiti dalle pay tv è stata distribuita in parti uguali per il 40%, dunque 18,5 milioni per ciascuno dei 20 club di serie A, il 30% in base al bacino di utenza e un restante 30 per i risultati sportivi e dunque il “prestigio” storico di ogni squadra. Insomma, si è andati dai 100 milioni della Juve ai 22 di Frosinone e Carpi neopromosse. 

Con la riforma, si adotta invece il criterio in vigore in Inghilterra per cui la parte uguale per tutti sale dal 40 al 50%(da 18 a 23 milioni). Ma soprattutto viene rivisto il criterio del bacino di utenza, che assegna un altro 30% in base non al numero incerto dei tifosi ma degli abitanti per città(la frase nel testo di legge sarà: «massima oggettività »). E così quello dei risultati sportivi, messo già in discussione da alcuni presidenti. Dovrebbe essere inoltre rivista, la piena autonomia gestionale delle Lega Calcio sull’asta per l’assegnazione dei diritti tv. E non è escluso che venga rimessa in discussione la norma che oggi prevede un mega paracadute (circa 40 milioni) alle squadre che retrocedono in B, col rischio di falsare il campionato cadetto e col paradosso per cui i presidenti di squadre oggi in bilico potrebbero avere convenienza a retrocedere. Il tutto per evitare che il sistema si di fatto controllato da tre o quattro squadre.

Con un secondo provvedimento, il governo studierà anche la revisione della vecchia legge del 1981 che disciplina tutto lo sport professionistico con misure su stadi e diritti dei calciatori.

da Repubblica

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