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  • Montella vuole eliminare il 'tiqui-taca' viola

    Montella vuole eliminare il 'tiqui-taca' viola

    • Luca Cellini

    La prima volta che il tecnico gigliato Vincenzo Montella lesse su un quotidiano che la Fiorentina che stava nascendo all’ombra delle Dolomiti, durante il ritiro di Moena in val di Fassa, era soprannominata ‘tiqui-taca’ viola, ebbe quasi un sussulto d’orgoglio. Lui che voleva costruire una squadra fatta di verticalizzazioni, cross ed aumento dei tiri in porta, vedeva la sua squadra esser etichettata come formazione che faceva dei passaggi e del possesso palla il suo marchio di fabbrica. Eppure era stato proprio l’ex allenatore anche di Roma e Catania, insieme al patron Andrea Della Valle, oltre a Daniele Pradè ed Eduardo Macia, a voler costruire sul mercato una rosa dai forti connotati spagnoleggianti, con zero prime punte pure (tranne Toni, arrivato per volontà presidenziale) e tanti palleggiatori, tanto da essere la Fiorentina la prima squadra, dopo tanti anni, a nascere tatticamente su due registi, David Pizarro e Borja Valero.

    Nonostante però tutti i tentativi fatti di eliminare un esasperato controllo del pallone, prima con l’utilizzo di un modulo che esaltasse il gioco sulle fasce, il 3-5-2, e poi con l’inserimento dell’unico attaccante di ‘peso’, ovvero il bomber di Pavullo, al fianco di Stevan Jovetic, per almeno tre quarti di stagione la squadra gigliata si è fatta riconoscere per trame di gioco anche esasperate, raggiungendo perfino il record, nella sfida vinta all’Olimpico contro la Lazio, di oltre 60 secondi di prolungato possesso palla, di fronte ad un avversario inerme, con la partita trasformata in un torello. L’ultima gara di campionato però, contro il Genoa, e prima ancora la sfida persa a Bologna, avevano mandato su tutte le furie Vincenzo Montella, che non gradisce questo fraseggio e che sia nel dopo gara di otto giorni fa, che in una recente intervista, ha pubblicamente bacchettato i suoi: ’Certe volte sembra che i miei giocatori vogliano arrivare con il pallone in porta’.

    Ecco che così, per eliminare il ‘tiqui-taca’ viola ad iniziare dagli allenamenti della scorsa settimana si è deciso, per la prima volta in stagione, di obbligare i giocatori in fase di costruzione dell’azione, ad avere solo una possibilità di passaggio ad azione quando si tratta di dover scaricare palla al compagno. Ovvero ogni giocatore non può servire il compagno per più di una volta in una fase d’attacco della squadra, in modo da esasperare o la verticalizzazione o i tiri in porta. Oltre ai test fisici consueti, e a partitelle di calcio tennis e schemi su palle inattive, negli allenamenti di venerdì e sabato scorso, si è cercato di portare i giocatori, soprattutto gli interni di centrocampo, da Migliaccio ad Aquilani, passando per Borja Valero e Wolski, a tirare maggiormente in porta.

    La vera arma però su cui confida nel finale di torneo Montella è Mati Fernandez, l’unico abituato già da anni a non cercare di passare attraverso il regista nella costruzione dell’azione di gioco, ma a finalizzare. Sempre in ottica abbassamento delle percentuali di possesso palla, già effettuata dal tecnico viola la richiesta di giocatori, soprattutto sugli esterni d’attacco, di maggior capacità di tiro in porta. Non a caso Yakovenko, prossimo acquisto viola, fin dalle giovanili dell’Anderlecht, veniva soprannominato dal suo primo tecnico nei viola del Belgio, ‘l’individualista’.

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