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    Bierhoff dirigente: il Milan non ha capito

    Il physique du role ce l'ha. L'esperienza da calciatore ad alti livelli pure. E a queste caratteristiche aggiunge capacità manageriali, conoscenza delle lingue e, cosa che non guasta mai, amore e passione per il calcio. Stiamo parlando di Oliver Bierhoff, classe 1968, ex centravanti dell'Udinese, del Milan scudettato di Zaccheroni e della nazionale tedesca campione d'Europa nel 1996 (suo il golden gol nella finale con la Repubblica Ceca). Oggi Bierhoff è il Team Manager della Germania, che stasera a Monaco di Baviera affronta l'Italia di Conte, nonché responsabile del settore giovanile e dell'Academy. Alla federazione tedesca, che lo ha scelto e confermato in questo ruolo cruciale, lo lega un contratto fino al 2020.

    MILAN, SAREBBE STATO PERFETTO PER TE - Sarebbe stato perfetto per il Milan di questi ultimi anni, Bierhoff. In anni di ridimensionamento e di vacche magre per quanto riguarda i grandi investimenti (a parte gli ottanta e passa milioni spesi nell'estate del 2015), le sue capacità organizzative e la sua propensione al lavoro con i giovani probabilmente sarebbero stati utili sia alla prima squadra che al settore giovanile rossonero. E pensare che Silvio Berlusconi, con il quale è rimasto in buoni rapporti, ha avuto modo di conoscere e apprezzare le qualità di Bierhoff, professionista impeccabile dentro e fuori dal campo (compresa una laurea in economia). Il Milan, con il quale 'l'ascensore umano' ha avuto sempre un rapporto speciale, ce l'aveva in casa e lo conosceva: senza dubbio, non aver saputo o voluto fare di Bierhoff un dirigente rossonero, è stato uno dei tanti sbagli di questa società nell'ultimo decennio

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    Gianluca Minchiotti

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