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  • Palermo, Balzaretti:| 'Sono un uomo felice'

    Palermo, Balzaretti:| 'Sono un uomo felice'

    • D.V.

    Federico Balzaretti, il pareggio ottenuto contro il Chievo ha un sapore diverso dal pari pre-natalizio con il Bari. È d'accordo?
    'Sicuramente sì. È diverso il modo in cui è arrivato. Abbiamo giocato una buona partita che avremmo meritato anche di vincere. Abbiamo sofferto quando c'era da soffrire, dato battaglia quando c'era da dare battaglia'.

    Vogliamo parlare di quel rigore su Pastore?
    'In effetti dal campo sembrava netto. Noi però dobbiamo andare avanti per la nostra strada. Non mi piace parlare dei rigori perché sembra come voler dare un alibi e io di alibi non ne voglio e non ne voglio dare. Noi dobbiamo continuare a lavorare. Protestare è compito della società e il presidente Zamparini in questo senso è stato chiaro'.

    Il Palermo ha chiuso il girone di andata con un punto in più rispetto allo scorso anno. Cosa significa?

    'Significa che la squadra ha ormai un suo modo di giocare e ha trovato continuità. Quello che però è più importante è che questa squadra, da quasi tre anni, può contare su uno zoccolo duro di calciatori che hanno imparato a conoscersi e a stimarsi'.

    La definizione stessa di gruppo.
    'Giusto. Noi non solo giochiamo insieme, ma è come se vivessimo insieme. Ognuno di noi sa tutti dei compagni. Se c'è un problema cerchiamo di risolverlo insieme. Lavoriamo in armonia e questo è molto più importante dei risultati e della posizione in classifica'.

    Lo scorso anno al Palermo mancò un punto per andare in Champions. Oggi il Palermo ha un punto in più rispetto alla scorsa stagione. Può essere la Champions il vostro obiettivo?

    'È prematuro parlare di obiettivi. Il calcio è strano e può cambiare tutto nel giro di due partite. Il Napoli che sembrava finito dopo la sconfitta con l'Inter ora parla di scudetto dopo aver battuto la Juve. Aspettiamo marzo. Solo allora sapremo dove possiamo arrivare. Certo è che noi lavoriamo per restare aggrappati al gruppetto che lotterà per l'Europa. Se sarà Champions o Europa League lo sapremo soltanto a marzo'.

    Il buon momento del Palermo coincide anche con un suo buon momento personale.
    'È vero. Sto bene. Mi capita così da diverso tempo. Nella mia carriera, a parte la parentesi a Firenze, non ho avuto passaggi a vuoto. Anche con la Juventus e il Torino ho raccolto le mie soddisfazioni. Io sono una persona che fa molta autocritica. Non voglio pensare a questo momento come a un punto di arrivo. Voglio sempre migliorare. Certo è che a Palermo sono una persona serena'.

    In questa serenità quanto conta il suo rapporto con Eleonora Abbagnato?

    'Tantissimo. Sono molto contento. Ero single da due anni, da quando avevo interrotto il rapporto con la madre delle mie bambine. Per me quello è stato un momento particolare, ma per fortuna mi sono trovato vicino i miei compagni di squadra a testimonianza di quanto dicevo prima: questo gruppo è una famiglia dove tutti sanno tutto degli altri e si aiutano tra di loro'.

    Un momento superato con l'arrivo dell'Abbagnato?
    'In Eleonora ho trovato una ragazza stupenda. Abbiamo tanti interessi comuni e soprattutto dei valori che ci uniscono. Alle spalle abbiamo una famiglia che ci ha insegnato tanto. Ho conosciuto i genitori di Eleonora e ho capito che sono stati importanti per lei come i miei lo sono stati per me'.

    Valori che vi hanno portato a decidere per il matrimonio?

    'Sicuramente. Quello che abbiamo iniziato noi è un percorso comune che ha come suo naturale passaggio il matrimonio'.

    Che effetto essere diventato anche oggetto di gossip?
    'Guardo tutto in maniera distaccata. Per me Eleonora non è un personaggio pubblico ed è lo stesso per lei. All'inizio questo ha un po' frenato tutto, ma abbiamo comunque vissuto la nostra storia sotto gli occhi di tutti. Non c'era niente da nascondere. Siamo due ragazzi come tanti altri che si vogliono bene'.

    Perché avete deciso di venire fuori allo scoperto in maniera pubblica?

    'Per evitare che si potesse dare seguito alle tante voci che già iniziavano a circolare. Noi teniamo molto alla privacy anche se questa storia è sotto i riflettori'.

    Un amore che l'ha fatta diventare ancora più palermitano?
    'Sicuramente sono più palermitano io di Eleonora. Qui vivo bene. Vivono bene le mie figlie. Spero di restare a lungo anche se la vita, e non dico soltanto la vita calcistica, non sai mai quello che ti riserva in futuro. A me è sempre capitato tutto il contrario di quello che ipotizzavo'.

    A proposito, ipotizzava la sua convocazione in Nazionale o aveva perso le speranze?

    'Francamente non ci credevo più di tanto. Tutti mi dicevano che ero pronto, ma questa convocazione non era mai arrivata'.

    E adesso?
    'Adesso c'è solo da confermarsi. Per essere un giocatore della Nazionale non basta essere convocato una volta. Bisogna continuare a lavorare per essere chiamato ancora, per giocare titolare, per fare parte in pianta stabile del gruppo azzurro'.

    (Repubblica - Edizione Palermo)


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